La stablecoin USDE, lanciata nel mese di febbraio da Ethena, ha oltrepassato la soglia dei tre miliardi di dollari. Un dato tale da consentirgli di scavalcare FDUSD, emessa da First Digital. Un risultato notevole, considerato il poco tempo trascorso dal suo debutto sul mercato.
Per effetto di questo risultato, ora USDE è la quarta stablecoin in ordine di capitalizzazione di mercato. Se, naturalmente, Tether e USDC sono al momento fuori dalla sua portata, si tratta comunque di un ottimo risultato, per il token di Ethena, tale da porre basi solide per un futuro radioso.
USDE è ora la quarta stablecoin più grande, presente sul mercato
USDE ha raggiunto i 3.02 miliardi in termini di capitalizzazione di mercato. A consentirgli di varcare questo importante traguardo sono stati i 13.238 indirizzi unici che hanno acquistato i token da febbraio, il mese del suo lancio, ad oggi, mediante 395.430 operazioni.
A detenere il maggior quantitativo di coin è l’indirizzo dello smart contract di Ethena, che detiene al suo interno 1,21 miliardi di USDE, ovvero il 40,16% dell’offerta totale. Seguito al secondo posto da quello di staking LP della stessa azienda, che ne detiene a sua volta 511,2 milioni, per un dato pari al 16,92%.
Tra gli altri principali detentori di USDE occorre ricordare Pendle Finance, Morpho e Zircuit. Un altro dato da sottolineare è quello relativo ai primi cento portafogli, i quali detengono un quantitativo pari a 2,99 miliardi di token, in pratica il 99,2% dell’offerta totale.
Occorre anche sottolineare come i movimenti di USDE sono molto limitati. Ciò è dovuto al fatto che la stablecoin permette ai suoi detentori di accumulare interessi, tramite staking. Una caratteristica che è probabilmente alla base del successo riscontrato sin qui dal progetto. Per capire meglio, basta ricordare che nell’ultimo giorno sono stati scambiati appena 31,91 milioni di dollari in USDE.
Quali sono le prospettive, per USDE?
Il superamento della soglia di tre miliardi di dollari può essere considerato un traguardo molto significativo, per USDE ed Ethena, l’azienda che emette la stablecoin. Se i numeri collezionati da Tether e USDC sono in effetti un miraggio, si può dire che il token ha già avuto un ottimo riscontro da parte del mercato. Un riscontro favorito appunto dallo staking, che permette ai suoi detentori di ritagliarsi un reddito passivo, conferendo solide basi al progetto.
Al tempo stesso, l’azienda non può permettersi di riposare sugli allori. Il settore delle stablecoin, infatti, è stato individuato da molte grandi aziende come una promettente direttrice di espansione. Dopo il debutto di PYUSD, il token di PayPal, è infatti in previsione quello della stablecoin di Ripple. Con tutta evidenza, quindi, questo segmento è destinato a diventare il teatro di uno scontro sempre più forte. In vista del quale per le stablecoin minori occorre cercare di posizionarsi al meglio.
Lo strano dato rivelato da un recente studio di Bloomberg e Visa
Quanto detto sulle poche transazioni di USDE, suona come una conferma di quanto era stato rilevato da un recente studio condotto da Bloomberg e Visa. In un rapporto uscito all’inizio di maggio, infatti, era stato reso noto come soltanto il 10% delle transazioni che vedono l’impiego di stablecoin sia da ricondurre a persone reali.
A spiegare l’arcano era stato all’epoca stato Cuy Sheffield, responsabile crypto per Visa: “C’è anche molto rumore in questi dati dato che le blockchain sono reti di uso generale in cui le stablecoin possono essere utilizzate in una serie di casi d’uso con transazioni che possono essere avviate manualmente da un utente finale o programmaticamente tramite bot”.
Lo stesso rapporto, però, aveva anche provveduto a segnalare una crescita costante degli utenti mensili attivi di stablecoin. Quelli che conducono attività mensilmente sono infatti ormai 27,5 milioni tra tutte le catene. Un dato il quale sembra destinato ad aumentare con forza nel corso dei prossimi mesi.