Il Cinema in Piazza ritorna a Trastevere, portando con sé stelle del cinema e storie capaci di farci scendere una lacrima. Domenica 2 giugno 2024 la suggestiva cornice di piazza San Cosimato di Roma, ospita Claudio Ranieri e Riccardo Milani, che presentano “Nel nostro cielo un rombo di tuono”, il film dedicato all’icona del calcio Gigi Riva.

In occasione di questo speciale appuntamento, il nostro inviato di Tag24.it, Thomas Cardinali, ha avuto l’opportunità di intervistare il regista Milani, svelando dettagli e curiosità a margine di una serata gratuita per tutti gli spettatori.

Roma, Riccardo Milani a Trastevere per “Cinema in Piazza”

D: Riccardo Milani questa sera a Cinema in Piazza, quanto sei felice di essere tra i primissimi di questa rassegna estiva che ha aperto proprio ieri?

R: Sono molto contento, anche perché è un’occasione un po’ speciale. Il fatto di presentare il film su Gigi Riva, il fatto di presentarlo col mister Ranieri, tanti elementi insieme che ne fanno una serata bella. 

D: Gigi era il simbolo e l’esempio di un calcio che forse non c’è più.

Quanto è importante che ci siano tanti ragazzi che vedano cosa ha significato Gigi Riva per tutta l’Italia?

R: Va al di là dello sport la questione Gigi Riva. La sua vita è andata oltre lo sport perché oltre a essere un grande campione di calcio, il più grande attaccante di sempre della nostra storia calcistica, e non solo della nostra, è un uomo che ha insegnato tanto, è un uomo che ha seminato valori per tutta la sua vita. Quindi l’ha fatto in campo, giocando, e l’ha fatto fuori dal campo, dimostrando che non sempre si può comprare tutto, ha messo un muro e quando si fanno quelle azioni, si fanno delle piccole rivoluzioni. Quella di Gigi è stata una grande rivoluzione, ha cambiato la storia di un’isola, di un popolo che si è legato a lui per sempre per questo.

I futuri progetti di Riccardo Milani: un film ambientato in Sardegna?

D: Tanti documentari stai facendo di recente, però anche film che portano le persone in sala come quello meraviglioso sull’Abruzzo. Qual è la prossima storia che ci racconterai?

R: La prossima storia è raccontata in Sardegna e in parte anche nel Nord Italia. E’ una storia anche lì di resistenza umana e culturale, come cerco di fare quasi sempre: di tirar fuori  il meglio delle persone.

È una cosa che mi piace fare, mi piace il pubblico, mi piace andare incontro al pubblico anche e raccontare storie che possano piacere al pubblico.

D: Qual è il segreto per mettere d’accordo i critici cattivoni e il pubblico che invece riempie le sale? Perché tu sei uno dei pochi che ci riesce sempre. 

R: Intanto ci riesco in parte. Il punto è che fare questo mestiere significa farlo per il pubblico, per le sale, per far sì che la gente condivida un’opinione, condivida un momento, che è quello della sala. Io non ho segreti, io cerco solo di fare bene il mio lavoro, di farlo con sincerità, credo anche con una passione civile, con una spinta etica. Mi piace far divertire molto le persone, mi piace divertire. Provo anche a tirar fuori le cose che non vanno.

Su quelle bisogna ragionare forse un po’ di più.

Penso inoltre, che i muri anche culturali siano un problema e quelli vanno un po’ secondo me smussati.

Approfondisci con il commento di Zoff sulla morte di Gigi Riva.