Detrazione spese universitarie: vige sempre il principio di cassa? Per le spese di istruzione universitaria vige sempre il principio di cassa: è quanto previsto dalla normativa fiscale.

Le spese universitarie sostenute nell’anno di imposta possono essere oggetto di detrazione fiscale, a prescindere dalla circostanza che si riferiscano ad anni accademici differenti. Si pensi al caso di uno studente universitario che abbia saldato una rata universitaria nel 2023, ma che in realtà scadenza nel 2022. Vige il principio di cassa? Facciamo chiarezza in merito.

Detrazione spese universitarie: vige sempre il principio di cassa?

Per rispondere al quesito se viga sempre il principio di cassa facciamo un esempio: un ragazzo, uno studente universitario, che presenta la dichiarazione dei redditi ha saldato una rata universitaria in ritardo nell’anno 2023, ma la rata in realtà scadenza nel 2022. Lo studente universitario può portare in detrazione la rata universitaria relativa all’anno 2022, ma che ha saldato nel 2023? La rata universitaria non era stata inserita nella dichiarazione precedente.

Per le spese universitarie la normativa fiscale prevede l’applicazione del principio di cassa: possono essere detratte le spese universitarie sostenute nell’anno di imposta a prescindere dal fatto che si riferiscano ad anni accademici differenti e precedenti. Nel caso sopra menzionato, lo studente universitario avrà diritto a portare in detrazione la rata pagata in ritardo nel 2023, ma relativa all’anno accademico 2022. La detrazione fiscale riconosciuta è pari a 19 punti percentuali sulle spese di istruzione universitaria sostenute con pagamento tracciabile dal contribuente (cfr. articolo 15, primo comma, lettera E del TUIR). La detrazione è riconosciuta sulle spese sostenute dagli studenti che sono iscritti ad un corso di istruzione universitaria, ad un corso di specializzazione, ad un corso di perfezionamento, a corsi di dottorato di ricerca, a master universitari e presso Istituti Tecnici Superiori equipollenti agli atenei universitari.

La detrazione fiscale si computa differentemente a seconda del fatto che l’ateneo universitario sia statale e non statale. Nel caso in cui uno studente sia iscritto presso un ateneo universitario statale, la detrazione fiscale viene computata sull’intero ammontare sostenuto nel corso dell’anno di imposta. Facciamo un esempio pratico: se nel corso del 2023 uno studente abbia sostenuto le rette universitarie per un ammontare totale pari a 2.500 euro, lo stesso avrà diritto a beneficiare di una detrazione fiscale pari a 475 euro. Nel caso in cui uno studente sia iscritto presso un ateneo universitario non statale, la detrazione deve essere computata sulla base dell’ammontare corrisposto ed entro il tetto di spesa individuato con Decreto del Miur.

Quali sono le spese universitarie non detraibili?

Ci sono determinate spese universitarie che non possono essere detratte: si pensi alle spese sostenute per l’acquisto di libri di testo, di materiale di cancelleria, di strumenti musicali, di pennelli e di tempere, alle spese sostenute per raggiungere l’ateneo (treno, aereo), alle spese di vitto e di alloggio ed alle spese sostenute per frequentare corsi di danza presso scuole professionali.

Detrazione spese universitarie: il pagamento deve essere tracciabile

A partire dall’anno 2020 la detrazione fiscale per le spese universitarie è prevista per i contribuenti che hanno un reddito inferiore ai 120mila euro. Nel caso in cui il reddito ecceda tale soglia, la detrazione fiscale diminuisce in modo graduale fino all’azzeramento nel caso in cui il reddito globale raggiunga i 240mila euro.

Per poter beneficiare della detrazione fiscale, è necessario che le spese universitarie siano effettuate tramite il versamento bancario, postale e tramite altri metodi di pagamento tracciabili. Il contribuente deve provvedere alla presentazione di estratti conto bancari, ricevute di carte di credito e di debito, copie di bollettini postali, MAV e ricevute di pagamenti tramite PagoPA. I rimborsi spettanti vengono accreditati sul conto corrente postale o bancario comunicato dal soggetto beneficiario.