La fiamma nel simbolo? Non basta esporla, le idee della destra italiana non sono più quelle di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni.
Lo dichiara il leader di “Indipendenza”, Gianni Alemanno, intervistato da Tag24 ha parlato anche di Nato, della candidatura del generale Roberto Vannacci e di come la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia cambiata dopo l’arrivo a Palazzo Chigi.
Alemanno: “Fiamma nel simbolo? Non basta esporla, ci vuole coerenza con ciò che rappresenta”
D: Oggi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato in un’intervista che la presenza della fiamma tricolore nel simbolo di FdI indica la continuità del partito con la storia della destra repubblicana, con Msi prima e An poi. Lei è d’accordo in merito a tale continuità?
R: Difendere la presenza della fiamma nel simbolo è sicuramente un atto di serietà, di coerenza e di disponibilità. Il problema, però, è avere anche delle idee che siano in sintonia con questa fiamma tricolore e, francamente, le ultime idee che ha manifestato Fratelli d’Italia sembrano più in sintonia con il partito neoconservatore americano che con quella che è la tradizione della destra italiana. Rispetto per chi coraggiosamente mantiene la fiamma nonostante gli attacchi, però, l’invito è a guardare bene la storia della destra italiana che non ha mai previsto questo eccesso di atlantismo e questo eccesso di subordinazione dell’Italia all’Unione europea, quindi coerenza con la fiamma non basta esporla”.
“Sciogliere la Nato perché fuori controllo. Sì ad una difesa comune europea”
D: Nelle ultime ore sono esplose le polemiche sulle dichiarazioni del candidato del Pd alle Europee Marco Tarquinio in merito alla necessità di sciogliere la Nato. Qual è la sua posizione a riguardo?
R: Penso che Tarquinio abbia detto la cosa che tutti sentono. Se il segretario generale della Nato Stoltenberg si permette di lanciare l’idea di permettere all’Ucraina di utilizzare le armi anche in territorio russo, significa che questa Nato è fuori controllo. Bisogna porsi il problema di superare la Nato e di scioglierla e di andare verso una difesa europea che permette realmente ai governi europei di governare questa alleanza. Oggi la Nato o va per conto proprio, o, risponde alle indicazioni degli Stati Uniti.
D: Quindi è favorevole ad una difesa comune europea?
R: Sì, ma in alternativa alla Nato. Non come integrazione alla Nato, altrimenti sarebbe peggio, poiché significherebbe subordinare ancora di più le nostre forze armate ad un controllo estero.
“Grande rispetto per Vannacci. Decima al posto della X? Penso sia stato un modo di dire”
D: Cosa pensa dell’invito del generale Roberto Vannacci a fare “una decima” al posto della “X” sulla scheda elettorale per votare la Lega alle Europee?
R: Ho grande rispetto per Vannacci, non ne condivido tutte le idee, però lo ritengo un valore aggiunto per l’Italia nel parlamento europeo anche se sta in un partito che non condivido come la Lega, ma massimo rispetto per questa candidatura. La battuta che ha fatto di mettere invece della “x” la “decima” è un modo di dire, bisogna chiedere a lui se avesse richiami nostalgici o semplicemente è stato un modo di dire, non mi sembra ci sia nessuno scandalo in questo elemento.
“Meloni premier? Ha cambiato la sua politica, non è più sovranista”
D: Lei ha conosciuto Giorgia Meloni prima che diventasse premier. La trova cambiata oggi?
R: È sempre stata una donna molto determinata, molto pugnace, quindi da questo punto di vista non è cambiata. È cambiata la politica, c’è una politica in cui prevale un carattere neoconservatore americano che è diversa dalla storia della destra italiana, ed è diversa anche da quello che diceva prima di diventare premier. Il carattere e la persona sono rimasti gli stessi, il contenuto politico è cambiato. Se prima andava in una direzione che sembrava essere sovranista adesso siamo di fronte ad una direzione chiaramente e fortemente atlantista.
D: Il leader di Democrazia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo, ha definito la presidente Giorgia Meloni una “sovranista di cartone”, cosa pensa di questa affermazione?
R: Dico semplicemente che Giorgia Meloni, ormai, non è più per nulla sovranista. Lo dice con chiarezza che le prospettive italiane sono tutte agganciate all’Occidente. Ha fatto una scelta di sudditanza nei confronti dell’occidente. Al di là del cartone è il sovranismo non c’è più.
Elezioni Europee, Alemanno: “La raccolta firme per le liste un vulnus per la democrazia”
D: Cosa pensa del fatto che ad alcuni partiti, come ad esempio Democrazia Sovrana e Popolare, non abbiano potuto presentare le liste per le Europee a causa dell’obbligo della raccolta delle firme?
R: È stata modificata la regola per la presentazione delle liste per derogare alla raccolta di firme quindi è stato impedito ad Indipendenza di presentare la propria lista, mentre Democrazia Sovrana e Popolare è stata costretta a presentarsi soltanto in una circoscrizione. Da questo punto di vista è una cosa molto grave perché è un cambiamento delle regole del gioco a partita aperta e condanniamo questa cosa che rischia di aumentare l’astensionismo e che è un vulnus alla democrazia.
D: Cosa pensa della candidatura di Ilaria Salis alle Elezioni Europee?
R: Penso che è una mossa molto rischiosa fatta da AVS che rischia di mettere in grande difficoltà una persona che oggi ha un’imputazione in Ungheria. Detto questo sono scelte loro e non sta a me commentarle.