Quali sono le canzoni più famose di Rino Gaetano? Con l’imminente avvicinarsi dell’anniversario della sua morte e la giornata in cui viene celebrato il suo ricordo – il 2 giugno – ecco una classifica dei brani più amati dal pubblico. Ancora oggi, dopo 43 anni dalla scomparsa dell’artista, avvenuta troppo presto, in un tragico incidente stradale, la sua voce resta una delle più iconiche nel panorama musicale italiano.

Quali sono le canzoni più famose di Rino Gaetano? Da “Ma il cielo è sempre più blu” a “Nuntereggae più”

Rino Gaetano vive ancora nelle sue canzoni: un’eredità che ha lasciato a tutti coloro che amano la musica. Dalla politica, alle problematiche attuali del tempo nella società, all’amore, alla lotta in sostegno di ogni forma di libertà di espressione.

Questi sono gli argomenti, sempre verdi, affrontati con ironia, sarcasmo e leggerezza da Rino Gaetano nelle sue opere. Dopo oltre quarant’anni i brani del cantautore calabrese – romano d’adozione – continuano ad emozionare il pubblico e a farlo riflettere, grazie ai temi attuali affrontati dall’artista.

Ecco la top 10 con le sue canzoni più famose:

  1. Ma il cielo è sempre più blu
  2. Sfiorivano le viole
  3. Mio Fratello è figlio unico
  4. Aida
  5. Nuntereggae più
  6. Gianna
  7. Spendi spandi effendi
  8. Berta Filava
  9. E cantava le canzoni
  10. I miei sogni d’anarchia

Ma il cielo è sempre più blu

Pubblicata nell’estate del 1975, con l’aiuto del tastierista Arturo Stalteri, amico fidato del cantante. Questa canzone è probabilmente la più famosa di Rino Gaetano. Una denuncia sociale, forte e irriverente, anche se apparentemente scherzosa e leggera. Una caratteristica che contraddistingue la gran parte dei pezzi dell’artista. Coverizzata migliaia di volte, ripresa in sigle di trasmissioni, coro negli eventi sportivi, è praticamente diventata un inno nazionale.

Sfiorivano le viole

1976, da uno degli album più fortunati di Rino Gaetano, “Mio Fratello è figlio unico”. Un testo surreale che parla di amore, dell’estate, con melodie malinconiche e delicate, che aiutano gli ascoltatori a calarsi nell’atmosfera di quiete in cui l’artista vuole portarli. Il tutto accompagnato da un tuffo nella storia, citando personaggi realmente vissuti in Europa tra la fine del settecento e l’ottocento: dal marchese La Fayette, Michele Novaro, Goffredo Mameli.

Mio fratello è figlio unico

1976, dall’omonimo album di successo, questo brano ha ispirato anche un film del 2007 diretto da Daniele Luchetti, con protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio. E’ un manifesto che celebra chi rifiuta l’omologazione, l’adeguamento alle tendenze della società, le mode di massa. Una rivolta contro il mainstream e un invito a riflettere con la propria testa, nonché un sostegno alle categorie considerate fragili all’interno della comunità.

Aida

1977, Rino Gaetano per questa canzone prende in presto il titolo dell’opera del maestro Giuseppe Verdi. Il cantante racconta la storia di una donna, Aida, che diventa il simbolo di tutte le donne italiane. Parla della loro condizione nel dopo guerra, nel fascismo e nell’epoca del colonialismo. Uno specchio sulla realtà del suo tempo e non solo.

Nuntereggae Più

1978. Una denuncia sociale in stile pop, potente e senza filtri. Un appello lalla coscienza civica degli italiani, nata da una profonda riflessione della situazione di allora. In quell’anno sarebbe dovuta salire sul palco del Festival di Sanremo, ma alla fine toccò a “Gianna”.

La top ten delle canzoni più famose di Rino Gaetano: da “Gianna” a “I miei sogni d’anarchia”

Ecco la seconda parte della top ten:

Gianna

1978. Dall’album “Nuntereggae più”. Quello stesso anno si classificò terza al Festival di Sanremo. Una musicalità leggera ed orecchiabile, hanno contribuito a rendere questa canzone uno dei pezzi più amati dal grande pubblico. Racconta la storia di una ragazza, con tanti sogni e idee nella testa. Una racconto di che si tramuta in una sfilza di disillusioni. Fu la prima canzone contenete la parola “sesso” a partecipare alla kermesse sanremese.

Spendi Spandi Effendi

1977, dall’album “Aida”. Via con la crisi del petrolio, l’inflazione. Una riflessione sullo stile di vita dell’italiano medio che, noncurante di tutto, pensa a come portare a casa la giornata nel quotidiano. Una canzone dai toni spiccatamente sarcastici che mira a sottolineare come il cittadino medio fosse impegnato ad accumulare beni e profitti.

Berta filava

1976, dall’album “Mio fratello è figlio unico”. Il titolo della canzone fa riferimento al detto che fa parte della cultura regionale italiana che fa riferimento alla differenza tra il presente e i tempi passati. (“E’ passato il tempo in cui Berta filava”). La Berta del proverbio sarebbe Bertrada di Laon, la moglie de re Pipino il Breve. La canzone parla di sesso, di relazioni clandestine e di una spiccata disinibizione. Nasconde anche un significato diverso: il controverso caso delle tangenti della Lockeed, che generò uno scandalo politico negli anni ’70.

E cantava le canzoni

1978, dall’album “Nuntereggae più”. E’ un omaggio alla Calabria, terra di origine di Rino Gaetano, e al suo tanto amato sud. Protagonisti del pezzo un emigrante, un mercenario e un produttore, ognuno dei quali legato al suo territorio, al mare e al sole, nonostante i problemi del tempo, che costringevano i cittadini ad emigrare in cerca di una vita migliore e di maggiori possibilità economiche e lavorative.

I miei sogni d’anarchia

Uscita nel 1978, questa canzone è uno dei manifesti politici di Rino Gaetano. Esplora i sentimenti e i sogni di un’amante. Una donna appassionata di arte e letteratura, di autori come Pavese e la Ginzburg, che ascoltava la musica di De Gregori. La passione politica, le rivolte del’68, un accenno al femminismo. Questi sono i temi affrontati nel brano. Poi l’amarezza rappresentata dal denaro, visto come simbolo che fa avvizzire l’animo, deturpandone la nobiltà.

Scopri l’intervista al nipote di Rino Gaetano, Alessandro, che ancora oggi con la sua band porta sul palco le canzoni dello zio.