Dopo l’uscita di Poste Italiane, annunciata nella giornata del 30 maggio 2024, chi ha effettuato lavori agevolati dai bonus edilizi e dal superbonus si chiede chi fa la cessione. In realtà, è tutto il mercato delle cessioni, delle vendite e degli acquisti dei crediti fiscali che sta per chiudere i battenti, dopo la conversione del decreto 39 del 30 marzo 2024 (nella legge 67 del 2024). Rimane, dunque, un grosso punto interrogativo su come fare per rientrare delle spese sostenute per i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione edilizia per chi si ritrovi, ancora, nelle condizioni di poter fruire della cessione di crediti e degli sconti in fattura.

La chiusura di Poste Italiane a procedere a nuove acquisizioni di bonus anticipa quello che sarà l’andazzo di tutti gli operatori ammessi agli acquisti – principalmente gli istituti bancari – a partire da subito. Due, sono in particolare, i punti del nuovo provvedimento che determinano, da un lato lo stop definitivo alla circolazione della moneta fiscale, dall’altro la possibilità di acquisto delle poche eccezioni ancora consentite nella vendita dei bonus.

Crediti bonus 2024 cessione, chi acquista ancora oggi?

Dopo la conversione in legge del decreto 30 del 2024, chi può ancora tentare la cessione dei crediti d’imposta o applicare lo sconto in fattura su bonus e superbonus edilizi rischia di non trovare acquirenti. Sarà così se ci si rivolgerà a Poste Italiane che aveva riaperto la piattaforma di acquisto dei crediti del superbonus sulle prime cessioni lo scorso 3 ottobre. I contribuenti dovranno rivolgersi altrove, alla ricerca di un istituto che possa acquistare i propri crediti.

Tuttavia, anche le altre banche potrebbero procedere alla chiusura degli acquisti dei bonus edilizi dagli operatori. È un mercato difficile, dunque, quello che si preannuncia a partire da subito nella cessione dei crediti d’imposta. L’entrata in vigore del decreto 39/2024 ha infatti posto il divieto di compensazione dei crediti fiscali delle banche, delle assicurazioni e degli intermediari finanziari con i contributi previdenziali e i premi assicurativi Inail dal 1° gennaio 2025.

Il comunicato dell’Abi

Ma gli effetti si presenteranno fin da subito. L’Associazione bancaria italiana (Abi), all’indomani della presentazione dell’emendamento del governo al decreto “Superbonus” al Senato, aveva pubblicato un comunicato nel quale si annunciava l’Impossibilità “di compensare i crediti d’imposta acquistati”, con ripercussioni negative sulla capacità delle banche di procedere con ulteriori acquisti. L’Abi, inoltre, chiariva che dovranno “essere rivisti i piani di acquisto con riflessi negativi per le imprese che non riuscissero a cedere tali crediti”.

Quando è ancora possibile la cessione del credito di bonus e superbonus edilizi?

In questo scenario, arrivare a cedere il proprio credito alle banche diventerà praticamente impossibile. Gli istituti bancari, come confermato dall’Abi, definiscono adeguate politiche e processi di governo e di gestione del rischio in modo da assicurare che i plafond di acquisto dei crediti d’imposta siano definiti in funzione della capienza attuale e prospettica della posizione debitoria della banca nei confronti dell’Erario, evitando di acquistare un ammontare di bonus non congruo rispetto ai debiti utilizzabili per la compensazione.

La penalizzazione sui dei crediti e la chiusura del mercato dei crediti d’imposta potrebbe arrivare, dunque, con almeno sei mesi di anticipo rispetto alla data fissata dalla nuova legge per sul divieto di compensazione.

Quando scade la vendita dei crediti?

In ogni modo, le opportunità di arrivare a una cessione o a uno sconto fiscale sono ridotte al lumicino, dopo le novità introdotte a fine marzo dal decreto “Superbonus”. Chi aveva superato il primo step di un altro provvedimento di questo governo (il decreto 11 del 2023), può esercitare lo sconto in fattura o la cessione dei crediti se, al 30 marzo 2024, ha già avviato i lavori effettuando spese fatturate.

Dopo le villette, il blocco definitivo arriva questa volta ai condomini e alle loro Cilas dormienti, comunicazioni di inizio dei lavori ferme nei cassette perché il diritto alla cessione dei crediti era stato già acquisito. Il decreto “Superbonus” ha dato l’ultima stretta anche a questi crediti, decretandone la possibilità di utilizzo con la sola detrazione fiscale.