Cos’è wangiri 2.0? La truffa dello squillo si evolve. Il rischio di perdere immediatamente il credito telefonico è diventato più alto grazie alla sofisticata modifica da parte dei cybercriminali.
Chi avesse poi collegato alla propria SIM un’opzione di ricarica automatica una volta terminato il credito potrebbe in pochi minuti trovarsi ingenti addebiti sul proprio conto corrente.
Ecco come funziona wangiri 2.0 e come difendersi.
Cos’è wangiri 2.0: come funziona
Wangiri è un termine giapponese che può essere tradotto come “interruzione della chiamata dopo uno squillo”. È una sofisticata tecnica di spam che spinge la vittima a ricontattare il numero chiamante. Troverà infatti una chiamata persa da un numero non registrato in rubrica e sarà invogliato a richiamare per capire il motivo della telefonata.
Ed è qui che scatta la truffa. La prima versione di wangiri puntava sul fatto che la vittima avrebbe richiamato il numero che aveva fatto il solo squillo lasciato come esca. Tuttavia il numero è un’utenza a tariffa maggiorata e la vittima ricontattandola sosterrà notevoli spese. Lo scopo è quello dunque di prosciugare il credito della vittima al fine di ricaricare quello dei truffatori o spostare il denaro in altre SIM.
Generalmente chi riceve uno squillo perso e prova a telefonare a quel numero capisce in pochi istanti che non esiste alcun interlocutore e che si tratta di un tentativo sofisticato di spam. Anche se non si accorge che il suo credito sta scalando più velocemente di una normale chiamata, la brevità della chiamata lo protegge da grandi perdite.
I truffatori allora hanno escogitato una nuova tecnica per prolungare il più possibile la telefonata a tariffa maggiorata e sottrarre più soldi alla vittima.
In pratica quando si richiama il numero che ha lasciato lo squillo si sentiranno degli squilli di attesa registrati che simulano come il destinatario non abbia ancora risposto. In questo modo la vittima penserà che la comunicazione non sia ancora attiva e non capisce effettivamente che si tratti di una truffa telefonica. Nella realtà invece il collegamento è già in funzione e di conseguenza è già iniziato l’addebito a tariffa maggiorata.
Il wangiri 2.0 è pertanto molto più raffinato della prima sua versione e difficile da smascherare.
I prefissi a cui fare attenzione
La maggior parte dei numeri che adottano la tecnica wangiri sono provenienti dall’estero. Basterà dunque fare attenzione al prefisso dell’utenza che ha lasciato la chiamata persa prima di cadere in trappola.
Bisogna infatti diffidare delle chiamate perse che provenienti da questi prefissi: +44 (Regno Unito), +373 (Moldavia), +383 (Kosovo), +216 (Tunisia) e +53 (Cuba).
In ogni caso è meglio sospettare di qualunque telefonata arrivi da Paesi stranieri, se non si conosce il contatto.
Come difendersi
Per proteggersi dal wangiri 2.0 innanzitutto è necessario non agire di impulso e richiamare immediatamente il numero che ha lasciato lo squillo. Si dovrebbe soprattutto sospettare se la chiamata proveniva dall’estero. La maggior parte degli smartphone oggigiorno è già dotata di protezioni che avvisano come il numero chiamante possa essere un possibile attacco spam.
Se il vostro cellulare non ha questa funzione e non volete installare app progettate allo scopo, un semplice passo è quello di controllare online tramite qualunque motore di ricerca l’identità del numero che vi ha chiamato. Quando si tratta di un’utenza fraudolenta in rete troverete sicuramente tanti riferimenti di attacchi ad altre persone.
Già questa informazione vi deve dissuadere dalla curiosità di ricontattare quel numero per capire perché vi abbia telefonato. Nel caso in cui quello stesso numero tenti più volte la tecnica dello squillo, si consiglia di bloccarlo manualmente.
Se invece avete già provato a chiamare, dovete intuire la possibile truffa del wangiri 2.0 con il prolungato suono degli squilli. Terminate la telefonata in maniera tempestiva e controllate immediatamente se vi è stata scalata una cifra considerevole di credito. A questo punto è raccomandato rivolgersi all’assistenza clienti del vostro operatore telefonico e denunciare la truffa.