L’occasione era servita su un vassoio d’argento dalla vicenda del saluto della Meloni al Governatore della Campania Vincenzo De Luca che tanto ha fatto discutere in questi giorni. Questa sera, 30 maggio, non se l’è fatta sfuggire Paolo Del Debbio, il conduttore di Diritto e Rovescio, la trasmissione di approfondimento politico di Rete Quattro. Introducendo il suo collegamento per intervistarla, il giornalista si è presentato alla premier con queste parole: “Presidente, sono quel bischero di Del Debbio. Come sta?”

Cosa ha detto Paolo Del Debbio alla Meloni: “Presidente, sono quel bischero…”

Ma come ha reagito la Meloni davanti alla gag iniziale di Paolo Del Debbio che riprendeva il suo saluto al Governatore campano Vincenzo De Luca “Presidente, quella stronza della Meloni, come sta”? La premier prima si è messa a ridere, poi ha detto:

“Non posso ripeterlo perché non insulto mai nessuno”

Quando, però, nel corso dell’intervista, ha avuto l’opportunità di tornare sui fatti di Caivano, l’ha messa così:

“De Luca passa le giornate a fare sproloqui contro tutti ma non ha mai usato una parola del genere con nessun altro. Quindi qual è il messaggio che voleva dare? Che le donne si possono insultare liberamente perché sono deboli? Le donne non sono deboli. Io non lo sono. Deboli sono i bulli, quelli che fanno i gradassi alle spalle ma quando li affronti come ho fatto io, i gradassi non li fanno più. E allora quella cosa la farei cento volte non solo per me, ma per tutte le donne che si pensa di poter insultare liberamente”

Sul premierato l’attacco ai vescovi italiani: “Che si preoccupano se in Vaticano non c’è nemmeno il Parlamento?”

Sta di fatto che un altro momento cult dell’intervista a tutto campo alla Meloni andata in onda stasera, 30 maggio 2024, a Diritto e Rovescio è stato quando Del Debbio ha ricordato al Presidente del Consiglio che anche i vescovi italiani della Cei si sono detti preoccupati per la riforma costituzionale del premierato. Giorgia Meloni, in versione “papessa”, ha risposto così:

“Non so cosa esattamente preoccupi la Conferenza episcopale italiana, visto che la riforma del premierato non interviene nei rapporti tra Stato e Chiesa. Ma mi consenta anche di dire, con tutto il rispetto, che non mi sembra che lo Stato Vaticano sia una Repubblica parlamentare. E che nessuno mai ha detto che si preoccupava per questo. Quindi, facciamo che nessuno si preoccupa”