Tra Gianluca Scamacca e Andrea Belotti c’è un filo conduttore blu acceso chiamato Europa. Niente apostrofo rosa, perchè la celebre frase di Edmond Rostand non si addice a entrambi. O meglio, a uno solo dei due. E ovviamente, il romanticismo di tale concetto non può che andare al puntero dell’Atalanta.

Non è difficile capire il perchè. A tal proposito centrano le finali. Quelle vinte da Scamacca, quelle perse dal Belotti. Una gioia che riempie il cuore contro il dolore nell’animo, che inevitabilmente condiziona i percorsi personali nel bene o nel male.

Entrambi gli attaccanti sono la rappresentazione di un concetto così semplice quanto diabolico, o benevolo a seconda dei casi, proprio lì dove il margine d’errore è sottilissimo, quasi impercettibile. Lo sanno i diretti interessati, che in due settimane hanno mostrato i due volti delle finali di coppe europee: un sorriso smagliante per Scamacca, la tristezza sul volto di Belotti. Con tanto di un futuro amico. O nemico.

Scamacca e Belotti a confronto: quando l’Europa ha due volti

Nell’Italia calcistica c’è entusiasmo. Almeno da un po’ di tempo. La Serie A sembra riacquisire valore, ma sopratutto competitività. Un Roma da doppia finale (Conference League vinta, mentre in Europa League sappiamo com’è andata a finire), una finalista di Champions League chiamata Inter capace di dare filo da torcere al Manchester City dopo essersi giocati una semifinale tutta italiana contro il Milan, un’Atalanta capace di scrivere la storia proprio pochi giorni fa contro il Bayer Leverkusen.

Adesso anche otto squadre in Europa, tanta roba. Nel mezzo anche la Fiorentina, ma qui sono dolori. Sono stati protagonisti i Viola in questi ultimi due anni, con altrettante finali di Conference buttate al macero. Umore sotto i tacchi, e ci mancherebbe pure. Perchè la voglia di spiccare il volo c’è, ma sul più bello tutto svanisce. Discorso opposto per l’Atalanta, che con la vittoria dell’Europa League ha trovato quel diamante capace di far brillare la Dea verso nuovi orizzonti.

Due situazioni totalmente diverse, che di fatto incidono anche sui destini di alcuni giocatori. Ed ecco che scendono in campo proprio Scamacca e Belotti. L’attaccante di Fidene sorride, il Gallo un po’ meno. Perchè l’Europa è un concetto romantico da una parte, ma deleterio dall’altra. Per quanto riguarda Scamacca, lo score è positivo: due finali (Conference League ed Europa League) vinte consecutivamente. Certo, con gli Hammers il tutto è stato rovinato dall’infortunio che lo ha messo fuorigioco ad aprile, ma prima dello stop Scamacca ha cercato di dare il suo contributo, nonostante le difficoltà d’ambientamento. Di tutt’altro sapore l‘Europa League vinta con l’Atalanta: qui Scamacca ha fatto suo il trofeo vestendo i panni del protagonista, tra gol e sacrificio per la squadra. Una crescita esponenziale che di fatto lo ha messo in prima linea anche in chiave Italia. Se prima si parlava tanto di Retegui, ore è Scamacca il nome che tutti puntano in vista degli Europei in Germania. Tra l’altro se n’è accorto anche il ct Spalletti: “Tenerlo fuori è difficile”. Come dargli torto?

Il Gallo non canta più

Poi c’è Andrea Belotti. E qui il discorso cambia nettamente. Perchè quell’attaccante dal valore di 100 milioni del Torino (valutazione gentilmente concessa da Urbano Cairo), è sparito da tanto tempo. Il grande exploit nella stagione 2016/2017, terzo nella classifica marcatori dietro Mertens e Dzeko, da lì un percorso lineare a livello realizzativo, riuscendo a trovare praticamente sempre la doppia cifra. Ma nel 2022 il cambiamento, coinciso con il trasferimento alla Roma.

In quel momento si sono perse le tracce del bomber granata. Qualche sprazzo qua e la, ma niente di più. Non solo, il destino europeo del Gallo è stato anche nefasto rispetto a quello di Scamacca. Perchè Belotti ha avuto il modo di potersi cimentare in due finali: in Europa League con la Roma (persa ai rigori contro il Siviglia) e in Conference League nel recente ko contro l’Olympiacos. Due chance, zero risultato, tutt’altra sorte rispetto a Scamacca. Non solo, perchè proprio quest’ultimo è riuscito a mostrare un percorso di crescita non indifferente, mentre per quanto riguarda Belotti il discorso è stato l’opposto, con il giocatore andato sempre più a spegnersi sia dal punto di vista dei gol che della presenza in campo. Traduzione: non incide.

Discorso non da poco, specie in chiave Nazionale. Ora il palco è tutto di Scamacca: fa gol, dialoga con la squadra, si carica il peso dell’attacco sulle spalle, non temendo questo genere di responsabilità. Ad oggi sarà lui il bomber titolare dell’Italia, mentre per Belotti il calice è amaro. Oltre alla finale di Conference persa, il Gallo non è stato nemmeno inserito nella lista dei pre convocati in vista di Euro 2024. Della serie, oltre al danno anche la beffa. Da una parte c’è Gianluca Scamacca, ed è felice. Mentre il canto di Belotti, ad oggi, è solamente un flebile sibilo.