È stato condannato a 5 anni di reclusione Franco Iachi Bonvin, il tabaccaio di Pavone Canavese (Torino) che nell’estate del 2019 sparò a un giovane originario della Moldavia e lo uccise dopo averlo sorpreso a rubare nel suo negozio insieme a due complici.
Condannato a 5 anni di reclusione per omicidio volontario il tabaccaio Franco Iachi Bonvin
Nelle fasi iniziali dell’inchiesta aperta dalla Procura di Ivrea per fare luce sul caso, il tabaccaio, di 71, era stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di eccesso colposo di legittima difesa; lo scorso marzo poi gli inquirenti avevano deciso di rinviarlo a giudizio con l’accusa di omicidio volontario.
La giudice Valeria Rey gli ha riconosciuto tutte le attenuanti del caso, inclusa quella della “provocazione”, come i suoi avvocati avevano richiesto, condannandolo, alla fine, a cinque di anni di reclusione (contro i 12 voluti dalla pubblica accusa). All’uscita del tribunale di Ivrea Franco Iachi Bonvin avrebbe detto di sentirsi comunque “deluso”, perché “convinto nell’assoluzione”.
Lo riporta La Stampa. L’uomo aveva 67 anni quando, nel giugno del 2019, sorprese tre giovani a rubare nel suo negozio, impugnò una pistola che teneva in casa, una revolver calibro 3,57 regolarmente denunciata, e sparò loro, ferendo a morte il 24enne di origine moldava Ion Stavila, mentre stavano caricando su un furgone rubato la macchinetta cambiamonete portata via dalla tabaccheria.
Le indagini sull’omicidio
Fu lo stesso Bonvin, secondo le ricostruzioni, a chiamare i carabinieri: a coloro che lo raggiunsero sul posto spiegò di aver sparato perché esasperato dai continui furti subiti (almeno sette, dal 2004). Poi, in sede di interrogatorio, si avvalse della facoltà di non rispondere.
Al termine degli accertamenti il perito nominato dalla Procura è arrivato alla conclusione che quando sparò il colpo che uccise il 24enne si trovava sul balcone della sua abitazione (e non al piano terra), quindi in condizioni di sicurezza (senza che vi fosse un pericolo imminente per sé e per i suoi familiari); secondo quello nominato dalla difesa era, invece, a ridosso del giovane e lo colpì perché se ne sentì minacciato.
Una versione dei fatti confermata anche dalla moglie Piera Rore, che al Corriere della Sera, nell’immediatezza dei fatti, aveva dichiarato di aver visto il ladro “con il piede di porco” in mano mentre cercava di aggredire il tabaccaio. Sui social Matteo Salvini lanciò l’hashtag “Iostocoltabaccaio”; in tanti si schierarono a suo sostegno e continuano a farlo anche oggi.
Il caso del gioielliere di Grinzane Cavour
Il suo caso ricorda, per certi versi, quello di Mario Roggero, il gioiellerie di Grinzane Cavour che lo scorso dicembre è stato condannato a 17 anni di reclusione per aver sparato con una pistola che in teoria non avrebbe dovuto possedere, essendogli stato revocato il porto d’armi, a tre uomini che aveva sorpreso a rubare presso la sua attività.
Ne uccise due; il terzo rimase solo ferito. Stando a quanto ricostruito anche grazie all’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi del negozio, li inseguì sul marciapiede, colpendoli anche quando erano già a terra, lasciandoli agonizzanti.
Secondo i giudici che lo hanno riconosciuto colpevole di duplice omicidio volontario e tentato omicidio agì “per farsi giustizia” e non per difendere “la propria o altrui incolumità”. “Viva la criminalità. Bel Paese l’Italia”, aveva detto dopo la lettura della sentenza. La moglie negli scorsi mesi ha lanciato una raccolta fondi per aiutarlo a sostenere le spese processuali.