È arrivato il verdetto dello storico processo per la sicurezza nazionale a Hong Kong. 14 dei 47 attivisti pro democrazia sono stati giudicati colpevoli di sovversione. Questo rappresenta il processo più ampio dalla promulgazione della legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina nel 2020. Tra il 2019 e il 2020, Hong Kong aveva assistito alle più grandi proteste a favore della democrazia nella sua storia recente.
Hong Kong condanna 14 figure pro democrazia accusate di sovversione
14 figure pro democrazia sono state giudicate colpevoli di sovversione, nel più grande caso di sicurezza nazionale a Hong Kong dopo l’imposizione da parte di Pechino della legge che criminalizza una serie di reati, tra cui secessione, sovversione e terrorismo. Questa legge, introdotta nel 2020 e recentemente modificata per ampliare la definizione di reati e dissenso, ha scatenato preoccupazioni internazionali sulla tutela dei diritti civili nella città.
Il caso coinvolgeva un gruppo di 47 persone unite per il futuro democratico di Hong Kong, tra cui politici, sindacalisti, accademici e altre categorie. Gli imputati sono stati arrestati nel gennaio 2021 e la maggior parte di loro era stata detenuta per più di tre anni.
Il processo “Hong Kong 47”
Gli attivisti sono stati accusati di “cospirazione finalizzata alla sovversione” in base alla legge sulla sicurezza nazionale, a causa del loro presunto coinvolgimento nelle elezioni primarie non ufficiali tenutesi nel luglio 2020. Queste elezioni primarie, sebbene non fossero parte ufficiale del processo elettorale di Hong Kong, sono state organizzate prima delle elezioni legislative per identificare i candidati favoriti per sfidare quelli pro Pechino. La partecipazione a tali elezioni è stata significativa, con circa 600mila persone che hanno preso parte al voto.
Gli imputati sono comparsi davanti al giudice lo scorso febbraio, con solo 16 di loro dichiarati non colpevoli. Le figure che hanno respinto le accuse hanno affrontato un processo che è durato oltre un anno. Due attivisti sono stati assolti, mentre per gli altri sarà necessario attendere la sentenza che verrà emessa in una data successiva. Le pene detentive previste vanno da tre anni all’ergastolo. La decisione della corte riflette il panorama politico della città dopo l’introduzione della legge sulla sicurezza, in particolare riguardo alla libertà di espressione e di manifestazione.
Le reazioni
Il verdetto ha suscitato reazioni anche a livello internazionale. Gli Stati Uniti hanno criticato la decisione, definendola politicamente motivata, e hanno chiesto il rilascio degli imputati.
Il portavoce dell’Ue per la politica estera ha affermato che l’Unione è “profondamente preoccupata per il procedimento giudiziario motivato politicamente” contro gli attivisti pro democrazia. Ha aggiunto che la condanna “segna un ulteriore deterioramento delle libertà fondamentali e della partecipazione democratica a Hong Kong”.