Poste Italiane ha chiuso, in via definitiva, alla cessione dei crediti d’imposta a partire da oggi, 30 maggio 2024. Il mercato di scambio della moneta fiscale subisce un ulteriore colpo in conseguenza della conversione del decreto “Superbonus” (Dl 39 del 30 marzo 2024) e dell’entrata in vigore della legge 67 del 2024, pubblicata in Gazzetta Ufficiale due giorni fa.
Il provvedimento arrivato nelle ultime ore ha dunque chiuso la possibilità da parte dei soggetti che ancora procedevano con l’acquisto dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura di lavori agevolati dai bonus edilizi – essenzialmente istituti bancari e Poste Italiane dall’inizio di ottobre scorso – di acquistare i residui crediti presenti sul mercato. Si fa presente che proprio il decreto legge 39 del 2024 aveva già ridotto al lumicino le possibilità di far circolare ancora i crediti d’imposta sul mercato.
Poste Italiane chiude acquisto crediti e sconti superbonus 30 maggio 2024: comunicato ufficiale di oggi
Poste Italiane chiude all’acquisto dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura derivanti dai bonus edilizi e, in particolare, dal superbonus. Il comunicato ufficiale è apparso nella giornata di oggi, 30 maggio 2024, sul portale istituzionale di Poste Italiane quale conseguenza del decreto “Superbonus” convertito in legge con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale martedì scorso.
“A partire dal 30 maggio 2024 non è più possibile effettuare nuove richieste di cessione di crediti d’imposta, ai sensi del decreto legge 19 maggio 2020 numero 34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 numero 77 e s.m.i. – si legge nel comunicato di Poste Italiane – Le richieste di cessione pervenute prima di tale data saranno valutate secondo i processi ordinari e la normativa vigente; al riguardo, si ricorda che Poste Italiane non assume alcun obbligo a contrarre, riservandosi, quindi, di valutare, a proprio insindacabile giudizio, l’eventuale accettazione delle singole richieste di cessione pervenute”.
Bonus edilizi, senza la cessione si blocca il mercato dei crediti fiscali
Poste Italiane ha deciso di chiudere agli sconti fiscali anche in conseguenza della presa di posizione degli istituti bancari. All’indomani della presentazione del governo dell’emendamento al decreto 39 del 2024, quando il provvedimento si trovava ancora in Senato, l’Associazione bancaria italiana (Abi) aveva emesso un comunicato nel quale si faceva riferimento ai possibili rischi ed effetti, sul mercato e sulla circolazione dei crediti d’imposta e degli sconti, circa le novità in arrivo dal provvedimento legislativo.
La misura del nuovo decreto più penalizzante per le banche è quella della chiusura, a partire dal 1° gennaio 2025, dalla procedura di compensazione dei crediti d’imposta con i debiti contributivi verso l’Inps e i premi assicurativi verso l’Inail. Di conseguenza, non potendo riversare gli acquisti in compensazione, le banche procederanno con la chiusura dell’acquisto dei crediti, passaggio atteso da qui ai prossimi mesi.
Quando ha riaperto Poste Italiane alla cessione dei crediti?
La riattivazione della piattaforma di acquisto dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura da parte di Poste Italiane era avvenuta il 3 ottobre 2023. Per effetto di questa possibilità – offerta soprattutto a contribuenti persone fisiche che dovessero portare allo sconto spese di importo non elevato – da ottobre scorso si è consentito nuovamente ai committenti di poter vendere il credito d’imposta derivante dal superbonus dopo mesi di chiusura.
L’apertura all’acquisto da parte di Poste Italiane riguardava le prime cessioni dei crediti d’imposta e, quindi, un bonus “originario” derivante dalle spese agevolate per le ristrutturazioni edilizi e per l’efficientamento energetico degli edifici.
A chi vendere i crediti?
La chiusura dell’acquisto da parte di Poste Italiane riguarda, dunque, le ultime modalità di vendita concessa ai primi cessionari. L’importo massimo di cessione era fissato in 50mila euro, entro il tetto massimo di 150mila euro concesso come plafond di vendita verso ogni cliente di Poste Italiane.
Ciò significa che chi avesse avuto dei precedenti rapporti di vendita nei confronti di Poste Italiane avrebbe dovuto considerare il tetto massimo e rientrare nei limiti di 50mila euro per la singola vendita di crediti d’imposta e di 150mila euro nel totale dei rapporti avuti con l’istituto.