Oggi, 29 maggio, Più Europa ha rispolverato la sua vena pannelliana organizzando presso Montecitorio un flash mob durante il quale, proprio come fece più volte lo storico leader dei radicali Marco Pannella, ha distribuito ai presenti della cannabis. Perché questa iniziativa? Per un provvedimento del Governo Meloni che, secondo i promotori, rischia di spazzare via l’intero settore economico nato attorno alla coltivazione legale della canapa. A presenziare alla manifestazione, il deputato Riccado Magi e due candidati alle Europee del partito di Emma Bonino con la lista Stati Uniti d’Europa: l’avvocato Giandomenico Caiazza e Antonella Soldo. In maniera provocatoria, sulla bustina di cannabis che i militanti di Più Europa hanno distribuito c’era una foto di Giorgia Meloni con una foglia in mano e la scritta “Canapa, eccellenza italica”. Il flash mob di Più Europa ha anticipato l’interrogazione parlamentare presentata dallo stesso partito al ministro del made in Italy Rodolfo Urso al fine di fare chiarezza su questa questione.

Il flash mob di Più Europa per la cannabis, Magi: “Posti a rischio”

Ma perchè Più Europa ha deciso di fare questa manifestazione pro cannabis? Lo ha spiegato il suo deputato Riccardo Magi, anche lui impegnato attivamente per la campagna elettorale delle Europee:

“Il Governo ha deciso di emendare il ddl Sicurezza con il divieto definitivo di commercializzare le infiorescenze della cannabis a basso contenuto di THC, il tetraidrocannabinolo, cioè la componente psicoattiva della pianta di canapa. E questo darà un colpo durissimo al settore che occupa circa 12 mila persone”

Per Magi, si tratta di una vera e propria follia:

“Si tratta di una iniziativa assurda del Governo. Negli ultimi anni, in Italia, si è sviluppato tutto un settore agricolo, di trasformazione e di vendita di canapa a basso contenuto di THC. Si tratta di un prodotto che scientificamente non ha effetto drogante. Quello del Governo Meloni, quindi, è un provvedimento che servirà solo a mandare in fumo dodicimila posti di lavoro”

L’interrogazione al ministro Urso e la sua risposta: “Negli Usa già ci sono più consumatori di cannabis che di alcol…”

Dopo il flash mob, Più Europa ha interrogato il ministro del made in Italy Rodolfo Urso sulla sorte di questo settore. E il rappresentante del Governo Meloni ha avuto modo di spiegare:

“L’emendamento governativo al ddl Sicurezza recepisce il principio di diritto delineato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione secondo il quale la commercializzazione al pubblico della cannabis sativa e, in particolare, di foglie, infiorescenze, olio e resina ottenuti dalla coltivazione di questa varietà di canapa integra reato anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dalla legge 242 del 2016. A meno che tali derivati siano in concreto privi di ogni efficacia drogante secondo il principio di offensività”

Sempre in occasione del Question time alla Camera, Urso poi ha continuato:

“La legge del 2016 ha disciplinato la coltivazione della canapa esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali, in conformità con la normativa di settore e secondo le indicazioni del ministero competente. Tutte le altre ipotesi di coltivazione sono già illegali. Purtroppo, però, la stessa legge del 2016, a causa della non perfetta formulazione, ha consentito lo sviluppo anche di un mercato secondario di prodotti derivanti dalla canapa nonché di infiorescenze e di altri prodotti contenenti un tenore di THC sino allo 0,6% potenzialmente idoneo a determinare un effetto psicoattivo, sebbene blando, come evidenziato da consolidata giurisprudenza e tossicologia forense”

Urso, quindi, ha sottolineato:

“E’ su questo tema che l’emendamento governativo è intervenuto. Ora: comprendo le ragioni delle imprese e dei lavoratori, e assicuro nei limiti delle mie competenze ministeriali un loro massimo ascolto. Ma nella consapevolezza che, secondo gli ultimi dati di un’accreditata ricerca scientifica, il numero di consumatori regolari di cannabis negli Stati Uniti supera già quello dei consumatori di alcol. Noi, quindi, dobbiamo stare attenti e monitorare l’evolvere del mercato. E per questo il governo è intervenuto: per fare chiarezza e sciogliere i nodi che la precedente legge, mal realizzata, lasciava aperti”