MEV dichiarato illegale dall’Unione Europea. A stabilirlo sono le nuove regole contenute nel MiCA
L’Unione Europea ha deciso di etichettare il Valore Massimo Estraibile (MEV) alla stregua di un vero e proprio abuso di mercato. Come tale è quindi assolutamente illegale ai sensi del regolamento MiCA (Markets in Crypto Assets) da poco approvato. A stabilirlo è stata l’ESMA, l’autorità europea di vigilanza sugli strumenti e i mercati finanziari.
Si tratta di una mossa di grande rilievo, in quanto tesa a frenare i tentativi di manipolazione del mercato e rendere possibile a tutti i suoi partecipanti di condurre le proprie attività in un ambiente equo. Non resta ora che attendere l’entrata in vigore del provvedimento.
MEV: di cosa si tratta?
Per MEV, o massimo valore estraibile (precedentemente noto come Miner Extractable Value, valore estraibile dal minatore), si intende la strategia scelta da ogni minatore per includere, omettere o riordinare le transazioni nella fase di creazione di un nuovo blocco. Il suo obiettivo di fondo è quello di conseguire il maggior profitto possibile.
L’allarme su un uso distorto del concetto è stato lanciato sin dal 2018. Secondo i critici, esso si traduce in ultima analisi in un gonfiamento artificiale dei costi di transazione. A questa prima accusa se ne aggiunge poi un’altra non meno lieve, quella di generare instabilità della catena e di consumare potenza di elaborazione della rete.
Il MEV rappresenta di conseguenza una sfida per la blockchain, in quanto può tradursi in effetti negativi a carico della sicurezza, dell’efficienza e dell’equità delle transazioni. E, in effetti, con la crescita della popolarità della finanza decentralizzata, l’aumento della concorrenza tra miner si è tradotta in commissioni di transazione sempre più elevate. Senza contare l’ipotesi che alcuni di essi potrebbero dare vita a censura delle transazioni o, nella più drastica delle ipotesi, negli attacchi noti come double spending (doppia spesa). I più temuti in assoluto dall’intero settore.
Il MEV è ora illegale, all’interno dell’Unione Europea
Il MEV è una vera e propria manipolazione del mercato. A stabilirlo è ora il MiCA, nuovo regolamento sugli asset digitali dell’Unione Europea. Il motivo della decisione è molto semplice: una manipolazione di questo genere può sbilanciare il sistema a favore di chi possiede più risorse e conoscenze tecniche. Tanto da renderlo infine ingiusto.
A sottolinearlo è stato Patrick Hansen, responsabile della strategia e delle politiche dell’UE di Circle, : “Il ben noto MEV, in cui un miner/validatore riordina le transazioni per anticipare transazioni specifiche e realizzare un profitto, suggerisce chiaramente un abuso di mercato”.
Proprio per cercare di limitare il fenomeno, l’ESMA ha quindi deciso di passare all’azione. Lo ha fatto delineando una serie di misure in grado di metterlo fuorigioco. In particolare, secondo l’ESMA, le piattaforme di trading sono tenute a condurre un monitoraggio in grado di individuare attività sospette. Per condurlo al meglio, saranno indicati standard e procedure dettagliate tese a rilevare eventuali exploit.
La bozza del provvedimento messo in campo dall’ESMA non è ancora definitiva. Potrebbe quindi essere oggetto di mutamenti nel corso dei prossimi mesi. Entro il prossimo 25 giugno è stata per ora fissata la scadenza per la presentazione di proposte ed eccezioni da parte dei diretti interessati.
Le proposte della criptosfera per mitigare il problema
Occorre peraltro sottolineare che il MEV è già da tempo attenzionato da nomi di spicco dell’industria blockchain. A partire dal cofondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, il quale si è espresso proprio di recente sul tema. La sua proposta per limitare questa deleteria pratica consiste nel varo di protocolli in grado di nascondere i dettagli delle transazioni fino al momento della loro conferma. Oltre alla separazione di coloro che propongono le transazioni dai minatori.
Il problema è stato esaminato con grande attenzione anche dalle agenzie statunitensi. In particolare, il Department of Justice (DoJ) ha proceduto al fermo di due fratelli i quali hanno utilizzato il MEV al fine di sottrarre 25 milioni di dollari sulla Ethereum Virtual Machine. L’accusa a loro carico è di frode e riciclaggio di denaro, tali da poterli condurre in carcere per ben 20 anni.