Giorno di test per la facoltà di Medicina alla Sapienza di Roma, ma anche di un corteo di studenti e studentesse Pro Palestina. In circa 100 hanno sfilato oggi 28 maggio 2024 nella sede centrale dell’università, contestando la rettrice Polimeni e scandendo slogan contro i sionisti ed Israele.
Continua intanto l’accampamento creato con tende da campeggio all’interno dei pratoni della Sapienza.
Gli studenti Pro Palestina alla Sapienza di Roma: il perché della loro manifestazione
“Siamo tutt* antisionist*!“: è questo lo slogan ripetuto più e più volte dalle studentesse e dagli studenti Pro Palestina, protagonisti oggi 28 maggio 2024 di un corteo all’interno della sede principale dell’università Sapienza (a Roma).
Giornata calda e soleggiata, partecipata da molti ragazzi e ragazze che hanno fatto sentire la propria voce contro la guerra a Gaza. Dopo l’attacco israeliano a Rafah, che ha causato molte morti fra i civili sfollati a fronte di due terroristi di Hamas uccisi, ancora una volta si è sentita l’urgenza da parte di chi studia all’università di criticare l’inazione della politica e della dirigenza accademica.
Come detto da uno dei portavoce degli studenti:
Noi siamo qua anche per il peggioramento della situazione a Rafah e in tutta Gaza in questo momento. Israele ha ufficialmente distrutto il diritto internazionale dopo la richiesta di 4 giorni fa della Corte di giustizia di fermare le operazioni a Rafah: l’attacco di ieri sera è semplicemente imbarazzante e vergognoso.
Gli studenti sono riusciti ad entrare nelle facoltà di Scienze Politiche e di Lettere della Sapienza, mentre si sono fermati soltanto all’esterno di quella di Fisica. Uno dei principali punti di contestazione da loro sottolineati resta la supposta connivenza che il sistema universitario italiano (compresa la Sapienza) ha con l’apparato militare e politico israeliano tramite la Leonardo Spa.
La promessa degli studenti e delle studentesse è quello di tornare nuovamente alla Sapienza, considerato che ancora non si è fatto nulla per risolvere quello definito “genocidio infame” del popolo palestinese.
“Preghiera di un imam all’interno dell’università? Ci penseremo, non ne abbiamo avuto l’occasione”
Il fatto che a Torino, all’UniTo, sia arrivato un imam che nella sua preghiera ha parlato di jihad e ha voluto separare le studentesse dagli studenti per la stessa preghiera ha portato a giorni di polemiche, specialmente dal ministro dell’Istruzione Valditara.
A tal proposito, uno dei portavoce degli studenti Pro Palestina ha detto che la laicità dell’università come luogo di studio e confronto può esser rispettata facendo parlare (nel caso) chi lo desidera:
Non ho visto quello che è successo a Torino, però dato che abbiamo una chiesa all’interno della città universitaria penso che nel rispetto di tutte le religioni si possa fare una preghiera all’interno delle università, non trovo nessun problema… Far parlare un imam? Non c’è mai stata quest’occasione, non so se lo faremo ma ne dovremo parlare sicuramente: all’interno del presidio ci sono persone cristiane e musulmane, sono tutte ben accette.
In conclusione, la giornata di oggi si è svolta in maniera tranquilla, con gli studenti che hanno occupato con le loro tende il pratone della sede centrale della Sapienza. A Roma quindi c’è stato un clima totalmente diverso rispetto al 24 maggio 2024 a Milano, quando alla Statale c’era stata una rissa.