Per la Fiorentina è arrivato il momento della verità. Domani sera si giocherà la seconda finale di Conference League in due anni. I fantasmi della sfida con il West Ham sono stati scacciati. Da quella partita, i toscani, devono aver imparato qualcosa e non commettere gli stessi errori. Soprattutto dovranno gestire al meglio la pressione di un match così importante. Appuntamento ad Atene, allo stadio Agia Sofia, domani sera alle ore 21. Per commentare la finale di Conference League, Olympiacos-Fiorentina, Giovanni Galli, ex portiere che ha legato gran parte della sua carriera alla maglia viola, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Finale di Conference, Olympiacos-Fiorentina, Galli a Tag24
Un’ultima mattinata di lavoro prima del giorno più importante di tutta la stagione. La Fiorentina stamattina è scesa in campo per svolgere la seduta di rifinitura e prendere confidenza con lo stadio Agia Sofia, dove domani sera andrà in scena la finale di Conference League. Prima della sgambata, dedicata soprattutto alle situazioni in movimento, mister Vincenzo Italiano si è preso qualche momento per un lungo e accorato discorso alla squadra radunata in cerchio sul campo. Lo scorso anno la viola ha sfiorato due trofei, senza riuscire a portarne a casa neanche uno. Stavolta si dovrà scrivere una storia diversa e tornare a Firenze con la Coppa è quasi d’obbligo. Per commentare la finale di Conference League, Olympiacos-Fiorentina, Giovanni Galli, ex portiere che ha legato gran parte della sua carriera alla maglia viola, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Domani la partita più importante della stagione: che Fiorentina ti aspetti?
“Quella di domani è una gara importante e la Fiorentina ci è arrivata dopo aver disputato due ottime stagioni, sia in campionato, che in Coppa Italia e anche a livello europeo. E’ chiaro che la Conference non è a livello delle altre competizioni internazionali, ma la viola è stata brava perchè per due anni consecutivi è arrivata in fondo. Adesso quali sono le difficoltà? Quella di avere la partita sulle spalle penso sia la principale. Essendo la finalista della scorsa edizione, avrà tutti gli occhi puntati addosso, anche perchè vengono considerati i favoriti”.
Si giocherà ad Atene, contro l’Olympiacos. Questo può mettere la viola in una situazione di svantaggio?
“No, perchè si gioca addirittura in un campo che per l’Olympiacos è terreno nemico, essendo lo stadio dell’AEK. Penso sia un campo neutro, da questo punto di vista. Tra l’altro non credo che la Fiorentina soffra dal punto di vista ambientale, anche perchè le gare più belle le ha fatte solitamente in trasferta. Penso sarà una bella gara, ma molto difficile. L’Olympiacos non era tra le favorite ad arrivare in fondo, ma ha conquistato la finale battendo club molto più forti e blasonati. Hanno fatto ottime prestazioni e bisognerà fare attenzione”.
Quali errori, fatti un anno fa, non si dovranno ripetere?
“Tutte le finali sono a sè, ma l’esperienza della finale di Coppa Italia e quella di Conference dello scorso anno, possono aiutare, soprattutto dal punto di vista mentale. Ora questa squadra sa bene cosa l’aspetta e in Europa è tutto diverso. Si gioca all’estero, con arbitri internazionali e con parametri diversi. Le difficoltà ci sono tutte, ma se la Fiorentina gioca da Fiorentina, non c’è partita. I suoi interpreti, quelli di maggior spicco, devono prendere in mano questa squadra”.
Italiano vuole salutare con un trofeo, questa può essere una motivazione in più?
“Credo che loro la Fiorentina abbia una fortissima motivazione dentro. Vorranno vincere il trofeo per sè stessi, per la società, per Italiano, per questa meravigliosa città che lo merita, ma soprattutto per Joe Barone”.
Si aspetta qualche sorpresa dal punto di vista della formazione?
“Italiano ormai conosce questa squadra alla perfezione e farà le scelte migliori. In una finale si gioca in 16, non solo gli 11 titolari e anche chi entra a 5 minuti dalla fine è importante come chi fa tutta la gara. In una finale non si può dare nulla per scontato. Ricordate la famosa Manchester United-Bayern Monaco? In pochi minuti, con le sostituzioni, tutto può cambiare. La finale è un capitolo a sè e non centra nulla quello che hai fatto prima e come ci sei arrivato. Sono 90 minuti in cui dare tutto”.