Nell’epoca del fast fashion, comprare abiti usati è una scelta etica, allungando la vita dei capi di abbigliamento e riducendo gli sprechi, oltre che un modo per risparmiare. Il mercato del second hand è in costante crescita, spinto da molti fattori diversi, come un approccio ambientalista ai consumi, la crisi del potere di acquisto, la tendenza di influencer e stilisti a ricercare capi vintage unici.

Ovunque, si moltiplicano le occasioni per comprare abiti e accessori usati, dai mercatini rionali a quelli in franchising, dalle fiere dedicate alle vendite create ad hoc e trasformate in veri eventi, con tanto di dj set.

La moda circolare, opposta a quella lineare, dove un capo viene prodotto per essere utilizzato e poi buttato, permette invece di dargli una seconda chance dopo essere stato scambiato o rivenduto. Anche nel settore del “vestire circolare” si può comprare in maniera consapevole, prestando attenzione ad alcuni elementi fondamentali per non ritrovarsi sommersi da capi inutili o inutilizzabili.

Cosa conviene comprare al second hand?

Al second hand conviene comprare accessori e capi spalla in pelle, come giubbotti, giacche, borse e cinture. Qualora si riesca a trovarli in buone condizioni, questi capi sono destinati a durare nel tempo grazie all’alta qualità della fattura, di solito insita nella lavorazione della pelle naturale.

Tanto più sono datati, maggiore sarà il loro valore, per due motivi: un tempo, le lavorazioni sartoriali e artigianali erano di alta qualità, elemento adesso raro e solitamente circoscritto a produzioni molto costose, e in secondo luogo sono pezzi quasi sempre unici, particolarità del vintage classico.

Per lo stesso motivo, altri capi che rendono vantaggioso l’acquisto second hand sono trench e impermeabili di buona fattura: in molti mercatini si trovano quelli originali della loro epoca d’oro, ovvero gli anni 50/60, e molte volte spuntano anche quelli di marche straniere, in particolare inglesi e tedesche, di sicuro le migliori.

Tra gli accessori, il second hand risulta fruttuoso per borse, foulard e occhiali da sole, sia vintage che contemporanei. I prezzi però sono meno concorrenziali rispetto ai capi spalla, come i cappotti ad esempio: gli accessori infatti sono molto richiesti, poiché comportano un rischio minore sia in termini economici che di utilizzo.

Il vero affare al second hand però si fa di sicuro con i gioielli vintage. Il loro costo è molto basso rispetto ad elementi di valore come la qualità della fattura e dei materiali, lontana anni luce dalle produzioni contemporanee, e soprattutto per la loro unicità. Senza contare quel fascino d’epoca che ci riporta subito allo stile degli anni in cui sono stati prodotti, oltre a sbloccarci ricordi d’infanzia, quando si frugava tra cassetti e portagioie di mamme e nonne.

Altri capi da scovare al second hand o agli swap party sono quelli di marchi di alta moda, anche recenti o di collezioni passate: questo è un modo per accedere al mercato del lusso con prezzi decisamente più abbordabili. In alcuni mercatini dell’usato, sia quelli all’aperto che quelli indoor, esistono sezioni dedicate esclusivamente a vestiti e accessori di marca, dove si possono fare buoni affari, decidendo però di investire somme più elevate rispetto ad altri acquisti di questo tipo.

Guida per acquisti consapevoli nel second hand

Quando ci si ritrova in un mercatino o negozio dedicato al second hand, la tentazione è quella di acquistare quanto più cose possibili, anche quello che non ci serve, in ragione dei prezzi bassi o concorrenziali.

Di certo, non è detto che dobbiamo comprare solo quello di cui abbiamo strettamente bisogno, in quanto possiamo anche essere attratti da capi molto particolari e unici, che desideriamo assolutamente avere.

L’importante è scegliere capi che siamo sicuri poi di indossare davvero: vestiti o accessori molto lontani dal nostro stile abituale, infatti, potrebbero restare nell’armadio. Lo stesso si dica per i capi troppo eccentrici, che spesso ci attirano senza essere però funzionali al nostro guardaroba.

Facciamo poi molta attenzione alla taglia: spesso, infatti, i capi second hand non si possono provare e comunque sarebbe sempre meglio lavarli prima di indossarli, per cui dobbiamo essere sicuri che ci entreranno.

Lo stato di usura poi deve essere attentamente analizzato, in quanto potrebbe significare utilizzare il capo ancora per poco o non metterlo affatto se, una volta scemato l’entusiasmo, ci risulta troppo consunto o trasandato. Capi scoloriti, lisi, infeltriti o con i classici pallini andrebbero scartati. Lo stesso si dica per le macchie: osservatele con perizia da lavandaia e chiedetevi se sarete in grado di eliminarle.

Per quanto riguarda poi gli abiti o accessori in pelle, tenete in conto il costo del servizio di lavanderia, solitamente abbastanza alto per questo tipologia di capi. In rete, trovate comunque metodi per un lavaggio fai da te, anche se meno efficaci dal punto di vista della sterilizzazione.

Foto di Cotton Bro Studio