Una scoperta rivoluzionaria apre nuove speranze nella lotta contro il cancro alla prostata, il tumore maschile più diffuso in Europa. Un innovativo test delle urine potrebbe infatti diagnosticare precocemente le forme aggressive della malattia, permettendo un intervento tempestivo e aumentando le possibilità di guarigione.

Questo test, denominato MPS2, si basa sull’analisi di due geni che si fondono e danno origine al cancro alla prostata. Grazie alla sua semplicità e non invasività, potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella diagnosi di questa neoplasia.

Il nuovo test offre ai pazienti un metodo più preciso e confortevole rispetto alle procedure tradizionali, come il PSA e la biopsia. Scopriamo i dettagli.

Nuovo test delle urine per diagnosticare cancro alla prostata

Esami del sangue e biopsie sono utilizzati da tempo per la diagnosi precoce del cancro alla prostata, ma non sempre sono efficaci e, soprattutto, sono invasive per i pazienti.

Ora, un nuovo test delle urine potrebbe rivoluzionare il modo in cui viene diagnosticato questo tumore, e potrebbe offrire un metodo più preciso e meno invasivo.

Il cancro alla prostata è il più diffuso tra gli uomini, ma non tutti i tumori sono uguali. In alcuni casi, il tumore è aggressivo e richiede un trattamento tempestivo, mentre in altri è innocuo e non richiede interventi.

Il problema è che gli esami tradizionali, come il PSA e la biopsia, non sempre riescono a distinguere tra le due forme. Questo può portare a diagnosi errate, con conseguenze negative come biopsie inutili e trattamenti superflui per gli uomini che non ne hanno bisogno.

Il nuovo test delle urine, sviluppato dai ricercatori dell’Università del Michigan, si basa sull’analisi del DNA nelle urine. Questo DNA può rivelare la presenza di due geni che si fondono e danno origine al cancro alla prostata. Il test è in grado di distinguere tra le forme aggressive e innocue del tumore con una maggiore accuratezza rispetto agli esami tradizionali.

DPI sta per Deep Learning Index. Si tratta di un valore che indica la probabilità che il cancro alla prostata sia aggressivo. Un DPI elevato indica un rischio più alto, mentre un DPI basso indica un rischio più basso.

Questo nuovo test delle urine è fondamentale per una diagnosi precoce

Questo nuovo test delle urine potrebbe avere un impatto significativo sulla diagnosi del cancro alla prostata perché risulta essere:

  • Più preciso: può distinguere meglio tra forme aggressive e innocue del tumore, riducendo il rischio di diagnosi errate.
  • Meno invasivo: non richiede una biopsia, che può essere fastidiosa e dolorosa per alcuni uomini.
  • Più semplice: si tratta di un semplice test delle urine che può essere eseguito dal medico di base.

In Italia ci sono circa 50.000 casi di cancro alla prostata all’anno

In Italia, il cancro alla prostata colpisce ogni anno oltre circa 50.000 uomini. Se individuato in fase iniziale, questo tumore è generalmente curabile. Tuttavia, la diagnosi spesso avviene troppo tardi, rendendo la prevenzione un fattore cruciale.

Attualmente, il metodo più affidabile per una diagnosi precoce è il test del PSA, combinato con biopsie (analisi di campioni di tessuto). Studi dimostrano che gli screening con il PSA aiutano a ridurre la mortalità negli uomini.

Tuttavia, il rovescio della medaglia è che lo screening del PSA può portare a:

  • Sovradiagnosi: falsi positivi che indicano un tumore inesistente, con conseguenti inutili preoccupazioni e ulteriori accertamenti.
  • Interventi chirurgici non necessari: rimozione della prostata in uomini che in realtà non avrebbero bisogno di un intervento così invasivo, con il rischio di gravi effetti collaterali.

Tra questi effetti collaterali troviamo:

  • Impotenza: difficoltà o impossibilità di avere un’erezione.
  • Incontinenza: perdita involontaria di urina.
  • Disturbi digestivi: problemi intestinali come stitichezza o diarrea.

Effetti collaterali inesistenti, invece, per il nuovo test delle urine.

Cosa ne pensano gli esperti?

Gli esperti ritengono che questo nuovo test delle urine sia un passo avanti importante nella diagnosi del cancro alla prostata. Se i risultati saranno confermati da ulteriori studi, il test potrebbe essere utilizzato in modo diffuso per la diagnosi precoce di questo tumore, con benefici significativi per la salute degli uomini.

Il nuovo test delle urine My Prostate Score 2.0 (MPS2), sviluppato dai ricercatori del Rogel Cancer Center negli Stati Uniti, può aiutare a prevenire biopsie non necessarie nel caso del cancro alla prostata. Questo test esamina 18 geni associati al cancro alla prostata ad alto grado, e migliora la capacità di distinguere tra forme aggressive e meno pericolose della malattia. Rispetto ai metodi precedenti, il MPS2 riesce a identificare meglio i tipi aggressivi di cancro e riduce i risultati falsi positivi.

Lo sviluppo di MPS2 è stato possibile grazie alla scoperta di nuovi geni associati al cancro alla prostata. In uno studio che ha coinvolto oltre 800 campioni di urina, il test ha dimostrato di essere più efficace rispetto ai precedenti metodi, riuscendo a evitare tra il 35% e il 51% dei “test aggiuntivi non necessari con imaging o biopsia”.

Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie prima che il test possa essere ampiamente utilizzato nei sistemi sanitari.