Il pareggio con il Sassuolo in casa ha chiuso la stagione della Lazio. Un’annata deludente e che non ha rispettato, neanche in parte, le aspettative dei tifosi biancocelesti. La gara dell’Olimpico è stata emozionante più per il saluto iniziale a Eriksson e l’addio finale a Felipe Anderson, piuttosto che per la partita in sè. Il nuovo mister, in questi pochi mesi, ha sondato il terreno, ma ora è tempo di programmare il prossimo anno con la società. Per fare un bilancio sulla stagione della Lazio e analizzare il futuro con Tudor, Pasquale Foggia, ex calciatore con un importante passato in biancoceleste e ora direttore sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Lazio, bilancio e futuro con Tudor: Foggia a Tag24

Tra tanti bassi e qualche alto, la stagione della Lazio è giunta al termine e adesso è arrivato il momento di sedersi intorno a un tavolo per valutare tutto ciò che non ha funzionato, e fare meglio in futuro. Nulla è andato come il presidente Lotito aveva previsto all’inizio dell’anno e le dimissioni di Sarri ne sono state la dimostrazione più palese. Tudor ha provato a cambiare da subito le cose, ma ci è riuscito solo in parte. Ora il tecnico incontrerà il cub per programmare il mercato e fissare i prossimi obiettivi. Per fare un bilancio sulla stagione della Lazio e analizzare il futuro con Tudor, Pasquale Foggia, ex calciatore con un importante passato in biancoceleste e ora direttore sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La stagione della Lazio è terminata tra i fischi dello Stadio Olimpico ed è tempo di fare un bilancio. Qual è la tua valutazione rispetto a tutto ciò che è avvenuto quest’anno?

“E’ stata una stagione altalenante, perché il campo ha detto questo. È ovvio che questa squadra non si può paragonare a quella dello scorso anno perché è andato tutto in maniera diversa. Ci sono stati però tanti cambiamenti, a partire dalla direzione sportiva e fino ad arrivare all’allenatore in corsa. Credo che ci siano stati soprattutto dei mal di pancia troppo forti rispetto a quella che dovrebbe essere la normalità all’interno di uno spogliatoio. Tutte queste cose, messe insieme, alla fine hanno influito”.

La Lazio entra in Europa League e Tudor parla di un ottimo traguardo. Dal suo arrivo qualcosina è cambiato, ma avrebbe potuto fare di più?

“Per quello che abbiamo visto, essendo arrivato a campionato in corso, in una piazza così, credo che Tudor abbia fatto molto bene. Adesso ci sarà la vera programmazione con il nuovo mister e dal prossimo campionato si potrà valutare seriamente il suo lavoro. Poter preparare la squadra e allenarla sin dal ritiro e questo chiaramente fa differenza”.

Sei fiducioso per il futuro?

“Assolutamente sì, perché Tudor mi sembra un allenatore molto preparato. Ha la personalità giusta per questo ambiente e per poter gestire una piazza come la Lazio. Ogni componente adesso deve fare la sua parte per poter arrivare, il prossimo anno, a un obiettivo diverso”.

L’ultima partita è stata anche l’occasione per salutare Felipe Anderson. Cosa ne pensi di questo addio?

“Non ho avuto modo di conoscerlo personalmente, ma conosco molte persone che sono a stretto contatto con lui. Tutti me ne hanno parlato molto bene e me lo hanno sempre descritto come un grande professionista. È un ragazzo che ha lasciato un segno importante, non solo come calciatore. Alla Lazio di calciatori forti ne sono passati tanti e tanti altri ne passeranno, ma qui hanno applaudito l’uomo prima ancora del calciatore e credo che questo sia davvero per pochi”.

Felipe ha salutato, ma non sarà il solo. Ti aspetti un’estate di rivoluzione dal punto di vista del mercato?

“Con l’arrivo di Tudor penso che siano cambiati radicalmente i piani tecnici. Sarri ha sempre utilizzato un modulo differente e quindi si dovrà fare qualcosa a partire da dietro. Il nuovo allenatore vorrà calciatori con caratteristiche molto più vicine alla sua idea di gioco. Non è un cambiamento radicale, perché entrambi propongono un gioco molto offensivo. Cambiano le richieste tattiche, ma non quelle dei valori tecnici. Non so se possiamo definirla rivoluzione, ma sicuramente servirà un mercato molto ampio. È inevitabile che ci saranno delle pedine da muovere e la Lazio dovrà andare a sostituire giocatori importanti, ormai arrivati all’addio. Il club dovrà fare un mercato molto impegnativo”.

Hai parlato dei cambiamenti apportati anche dal punto di vista dirigenziale, effettivamente è stato il primo anno senza Tare. Pensi che in casa Lazio manchi una figura simile?

“Non credo che all’interno della Lazio manchino figure, perché il presidente fa capo ha un’organizzazione societaria e tecnica ben delineata. Conoscendolo vi posso dire che se lui avesse pensato che mancava qualcosa dal punto di vista dirigenziale, avrebbe inserito qualche altra figura. Lui e Fabiani faranno sicuramente il bene della Lazio”.