Manca poco alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto Autovelox, in vigore da giugno 2024 che porta con sé molte novità per gli automobilisti.

Il nuovo decreto diventerà legge per volontà del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, che su X ha commentato soddisfatto il progetto dichiarando che in questo modo si porrà fine alla giungla di migliaia di autovelox selvaggi in tutta Italia.

L’installazione di questi dispositivi infatti non deve rappresentare uno strumento utile ad incrementare le entrate dei Comuni, ma un mezzo utile ed efficace ad evitare incidenti.

Per questo si può dire che nelle intenzioni del Governo, vi è la volontà di collocare gli autovelox in aree particolarmente sensibili, come ad esempio scuole, asili oppure presidi ospedalieri, così da venire incontro alle esigenze della collettività.

Nuovo decreto autovelox novità: cosa cambia da giugno

Tra le principali novità di questo nuovo decreto troviamo la relativa collocazione degli autovelox che dal prossimo giugno dovrà rispondere ad effettive necessità di controllo e non dovrà “vessare ingiustamente” chi si trova alla guida.

La scelta dei tratti di strada sui quali installare questi dispositivi andrà infatti individuata con provvedimento del prefetto e selezionata in base ad un elevato tasso di incidentalità, documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni strutturali.

Un’altra grossa novità riguarderà per la prima volta la distanza minima che dovrà intercorrere tra un dispositivo e l’altro, così da evitare che a poca distanza l’uno dall’altro sorgano più controlli di velocità.

E nel caso in cui nel giro di un’ora si prendano più multe sullo stesso tratto di strada, dovrà essere pagata solo una, quella più grave aumentata di un terzo.

Fuori dai centri abitati poi il segnale che impone il limite di velocità dovrà essere collocato almeno un km prima del dispositivo e la velocità massima individuata non dovrà essere inferiore agli oltre 20 km/h rispetto a quella massima generale, a meno che non ci siano specifiche e motivate deroghe.

Sulle strade extraurbane principali, dove è previsto un limite di 110 km/h, ad esempio, il dispositivo potrà essere utilizzato solo se il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non nel caso si tratti di limiti inferiori.

Dove non potranno essere installati autovelox

Esistono infine dei punti stradali dove gli autovelox non potranno essere utilizzati poichè vige un limite di velocità eccessivamente ridotto, ovvero inferiore a 50 Km, come nel caso delle strade urbane.

Infine il decreto precisa che l’utilizzo di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento è consentito solo nel caso in cui ci sia la contestazione immediata, altrimenti dovranno essere scelte postazioni fisse o mobili, collocate in luoghi ben visibili.

Il problema dell’omologazione dei dispositivi

Il nuovo testo garantisce ai sindaci un lasso di tempo di 12 mesi, per mettere in regola gli autovelox già presenti sulle strade. Le multe effettuate in questo anno saranno dunque valide.

Dopo questo frangente di tempo i dispositivi saranno disinstallati fino al loro adeguamento secondo legge in vigore.

Il decreto, nonostante le sue tante novità, non affronta il nodo dell’omologazione dei dispositivi sollevato da una recente sentenza della Corte di cassazione.

Salvini è però intenzionato a sanare questa mancanza entro l’estate con il nuovo Codice della strada. Fino ad allora, tutte le multe emesse grazie agli autovelox saranno potenzialmente oggetto di ricorso.

Sarebbe infatti bene che un comune a conoscenza delle caratteristiche non più in vigore dell’autovelox interrompesse fin da subito le sanzioni così da non rischiare migliaia di contestazioni.

Secondo una statistica riportata da “Il Sole24Ore”, le multe per infrazioni sulle strade italiane sono valse oltre 1,5 miliardi di euro, circa il 6,4% in più rispetto al 2022 e il 23,7% in più del 2019.

I comuni che erogano più sanzioni sono quelli medio-piccoli, con meno di diecimila abitanti, che in totale, quest’anno, hanno incassato 238,6 milioni di euro.