A meno di due settimane dalle Elezioni Europee, in programma l’8 e il 9 giugno, i partiti europei sono impegnati a costruire le alleanze che governeranno l’Ue nei prossimi cinque anni.

Portare in Europa il modello Italia e vincere anche a Bruxelles la scommessa vinta in patria, non è più una semplice suggestione, ma un’ambizione che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, presidente del partito dei  conservatori europei, l’ECR, ormai non nasconde più.

Il ‘contagio’ a destra è ormai una realtà che non può essere ignorata e infatti, non è un caso che il PPE, attualmente il primo partito d’Europa, della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e del vicepremier italiano, Antonio Tajani – che dei popolari europei è il vicepresidente – stiano facendo una corte serrata a Giorgia Meloni e ai conservatori. Come non è un caso che i socialisti del PSE – di cui fa parte il Pd – si siano premurati a chiarire nel Manifesto di Berlino che mai  avrebbero fatto accordi con i partiti della destra nazionalista quali Identità e Democrazia di Matteo Salvini e Marine Le Pen.

Elezioni Europee 2024, le manovre di Meloni in Europa tra popolari e destra nazionalista

Eppure le manovre per la costruzione di una possibile coalizione di governo a trazione a destra sembrano già in corso. Naturalmente a decidere saranno le urne, ma l’intervento di Giorgia Meloni alla convention spagnola di Vox, lo scorso 19 maggio, in cui la premier ha detto chiaramente di guardare ai partiti di destra come possibili alleati ha sparigliato le carte e ha dato il via alle ‘grandi manovre’ sia a destra che a sinistra.

Il modello che la leader europea dei conservatori vuole portare in Europa è quello italiano della coesistenza di partiti di centrodestra e destra con sensibilità diverse, ma unite intorno ad un programma di governo condiviso. La suggestione del ‘Modello Italia’ sembra piacere ai leader europei della destra nazionalista tanto che la scorsa settimana l’ufficio di presidenza del gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo (a cui aderiscono la Lega e Rassemblement National di Marine Le Pen) ha deciso oggi di escludere con effetto immediato la delegazione tedesca AfD, dopo gli incidenti che hanno coinvolto Maximilian Krah, capolista del partito di estrema destra per le elezioni europee. Alternative fur Deutschland, infatti, era considerato un ostacolo ad eventuali alleanze con partiti più moderati.

Giorgia Meloni, già alleata in Italia con la Lega di Salvini, starebbe dialogando anche con la leader francese Marine Le Pen.

I veti incrociati tra il Partito Popolare e Identità e Democrazia: chi la spunterà?

Per la prima volta nella storia dell’Ue, alle elezioni dell’8 e 9 giugno, la destra europea sembra avere buone possibilità, se non di vincere quanto meno di giocarsi la partita fino in fondo, una sfida che Giorgia Meloni sembra intenzionata a raccogliere. Una sfida che però difficilmente potrà essere vinta senza il Ppe, invece, che ha messo bene in chiaro di non voler fare alcun accordo con Marin Le Pen e Matteo Salvini. In casa poi, ECR ha anche un altro inquilino scomodo, l’ungherese Victor Orban che dopo il voto di giugno dovrebbe entrare nel partito dei conservatori europei.

La presidente uscente della Commissione, Ursula von der Leyen, candidata del Partito Popolare Europeo ha messo bene in chiaro che i popolari non faranno accordi con Rn e Afd. D’altronde il vicepresidente dei popolari, Antonio Tajani, ha chiarito che la maggioranza ‘ideale’ sarebbe quella composta da popolari, conservatori e liberali.

I veti però non sono solo da una parte, poiché anche a destra arriva deciso il veto ad un von der Leyen bis.

Insomma, le manovre sono in corso e la Presidente del Consiglio italiano al momento sembra essere quella con il pallino in mano. Riuscirà l’Italia a cambiare l’Europa con Giorgia?