Cos’è successo a piazza della Loggia il 28 maggio di 50 anni fa? Chi furono i responsabili? Sono stati condannati? Sono solo alcuni degli interrogativi che ruotano attorno alla strage che sconvolse la città di Brescia; strage che, a distanza di tanti anni dai fatti, non ha ancora trovato la giustizia che meritava. Per ricostruirla dobbiamo fare un passo indietro.
La ricostruzione della strage di piazza della Loggia a Brescia, dallo scoppio della bomba al processo
Sono da poco passate le 10 del mattino del 28 maggio 1974. In piazza della Loggia, a Brescia, centinaia di persone si sono radunate per prendere parte a una manifestazione antifascista e sindacalista indetta per protestare contro una serie di attentati avvenuti in zona, quando, all’improvviso, una bomba a base di elignite e dinamite viene fatta esplodere: era stata piazzata all’interno di un cestino dei rifiuti.
Centinaia di persone rimangono ferite. Tre muoiono sul colpo; altre tre vengono soccorse, morendo durante il trasporto in ospedale; due muoiono dopo ore di agonia a causa delle lesioni riportate nel corso dell’esplosione. Le vittime ammontano, in totale, ad otto. Si chiamavano Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi in Milani, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda: il più anziano aveva 69 anni, il più giovane appena 25.
La loro morte sconvolge l’Italia. Ma in pochi hanno dubbi sulla matrice dell’attentato: il giorno prima un messaggio proveniente dal gruppo neofascista Ordine Nuovo e diretto a diversi quotidiani della città bresciana aveva preannunciato una deriva violenta per ricordare la morte di un giovane membro, avvenuta qualche giorno prima durante il trasporto di un ordigno.
Le indagini, in effetti, portano subito all’individuazione dei possibili responsabili della strage: nel 2017, dopo un lungo iter processuale, sono stati condannati all’ergastolo per strage e per concorso in strage il dirigente di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi (il mandante) – morto ai domiciliari l’anno successivo – e il militante (nonché informatore del Sid, il servizio segreto militare) Maurizio Tramonte.
Gli eventi in programma oggi per il 50esimo anniversario
Di recente, al termine dell’ennesima indagine sul caso, la Procura ha fatto i nomi di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, due ex ordinovisti, avanzando l’ipotesi che possano aver preso parte ai fatti di piazza della Loggia come esecutori materiali. In particolare, secondo gli inquirenti, potrebbero essere stati loro a piazzare l’ordigno mortale.
Per il primo il prossimo 18 giugno si aprirà il processo in Corte d’Assise; per il secondo, all’epoca appena 16enne, il processo si aprirà il 30 maggio davanti al Tribunale dei minori. Le famiglie delle vittime sono in attesa di giustizia. Oggi, in occasione del 50esimo anniversario, a commemorarle sarà, tra gli altri, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Alle ore 10.12, orario della strage, l‘orologio di piazza della Loggia suonerà otto rintocchi, come il numero delle persone che a causa della bomba morirono. Dopo il consueto minuto di silenzio il segretario della Cisl, Maurizio Landini, terrà un discorso. Per tutto il giorno poi, a Brescia e dintorni si terranno eventi e iniziative di ogni genere.
Molte sono state organizzate dall’associazione Casa della Memoria. Il presidente è Manlio Milani, che nella strage perse la moglie Livia. Lui si salvò per caso e oggi, in un’intervista rilasciata a Sky Tg24 ha raccontato, ripensando a quei momenti:
Tra le tante di quel giorno c’è una fotografia che mi ritrae mentre sorreggo la testa di mia moglie squarciata, mentre mi illudo che sia ancora viva, mentre chiedo aiuto. In quella immagine c’è tutta l’esperienza del dolore e il senso della perdita che ho sentito.