Il clima da campagna elettorale per le Elezioni europee 2024 infiamma Giuseppe Conte che, intervistato da Quarta Repubblica su Rete 4, ne ha per tutti, avversari e alleati. E annuncia “una sorpresa” proprio per quanto riguarda il voto dell’8 e 9 giugno…

Elezioni europee 2024, Conte a Quarta Repubblica annuncia “una sorpresa” e attacca Gentiloni per le frasi sul Pnrr

Promette battaglia e anche qualcosa in più, Giuseppe Conte, in vista dell’ormai imminente voto per le Europee.

Intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica, su Rete 4, la stessa sera in cui è ospite anche Matteo Salvini, il leader del Movimento 5 Stelle conferma, anzitutto, la decisione di non candidarsi, “perché sono una persona seria e non inganno i cittadini“. Una distinzione netta, dunque, rispetto a quei leader di partito – avversari o alleati che siano, dalla Meloni alla Schlein – che si candideranno pur sapendo che, anche se eletti, non andranno a Bruxelles.

“Io ho ricevuto un mandato al Parlamento italiano e lo espleterò fino alla fine. Non vado a ingannare gli elettori perfino nella scheda elettorale. Non dico chiamatemi ‘Giuseppe’ in campagna elettorale“.

Ribadisce, poi, la centralità dei Cinquestelle anche in Europa ma prende le distanze dai socialisti del Pse, annunciando una sorpresa.

“I nostri voti in Europa sono stati determinanti per l’elezione di Von der Leyen. E lo saremo ancora. Andremo nell’area progressista. Con i socialisti? No, nell’area progressista. Ci sarà una sorpresa“.

Un atteggiamento, quello verso il Partito democratico, che riflette i rapporti decisamente ‘raffreddati’ degli ultimi tempi, confermati da Conte quando usa parole molto dure nei confronti di Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli affari economici e monetari in forza proprio al Pd.

Il presidente Cinquestelle si dice “sorpreso e incredulo dall’uscita completamente scomposta” di Gentiloni. Quest’ultimo, nel libro “Nelle vene di Bruxelles” di Paolo Valentino, sostiene che gli 800 miliardi di fondi europei del Pnrr furono assegnati all’Italia “in base a un algoritmo e non perché “negoziati dai capi governo” come sostenuto da “un po’ di retorica italiana“. Parole che il M5S ha preso come un tentativo in campagna elettorale di “riscrivere la storia che Conte stigmatizza duramente, contrapponendo a Gentiloni la figura di un altro esponente dem che in passato ha ricoperto importanti incarichi europei, riconoscendo i meriti del Movimento.

“A Gentiloni voglio contrapporre un grande galantuomo esponente del Pd, che ho conosciuto di persona, di grande spessore umano e morale: David Sassoli, che non c’è più. In tutte le occasioni pubbliche ha sempre riconosciuto il grande contributo determinante che ho dato. Riconobbe che onorai l’Italia con quel progetto di piano straordinario per finanziare il debito pubblico comune e finanziare Next Generation”.

Sul caso Toti in Liguria: “Si deve dimettere”

Toni altrettanto forti vengono usati dal presidente M5S quando gli viene chiesto un commento sulla vicenda del presidente della Liguria Giovanni Toti, arrestato con l’accusa di corruzione. Conte parla di ‘cupola’ e chiede senza mezzi termini le dimissioni del governatore.

“Gli elementi che vengono fuori mostrano che si fanno gli interessi non della collettività ma dell’amico imprenditore. In Liguria c’era una ‘cupola’. Toti si deve dimettere, si va a votare e vediamo se lo votano”.

Dal caso specifico si passa a un discorso più generale sulla politica nazionale che “dovrebbe approfittare per avere un sussulto di dignità” per sanare quello che il leader pentastellato chiama un sistema marcio, citando anche i casi Santanché e Sgarbi.