Come saranno i nuovi bonus edilizi dopo i provvedimenti di chiusura della cessione del credito d’imposta del 2024? È questa la domanda che si fanno gli operatori del settore dell’edilizia, ma anche le imprese impegnate a innovare i propri macchinari e impianti con il bonus 4.0 e 5.0. Gli interventi normativi degli ultimi tre anni tracciano le previsioni dei bonus edilizi in arrivo, anche in considerazione delle varie agevolazioni che termineranno la propria validità al 31 dicembre prossimo o riceveranno una sforbiciata della percentuale di agevolazione.

Il recente decreto 39 del 30 marzo 2024, atteso alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per la conversione in legge, ha praticamente azzerato le possibilità di poter utilizzare gli sconti e i crediti fiscali quali alternative alla detrazione fiscale. Il peso della spesa di circa 220 miliardi di euro, dei quali 160,5 miliardi riguardanti il superbonus e 25,7 miliardi di euro il bonus facciate, e i circa 17 miliardi di euro bloccati perché oggetto di truffe, impongono un cambio di passo. 

Nuovi bonus edilizi 2024, cosa cambia per le agevolazioni in arrivo? 

I crediti d’imposta fuori controllo, maturati grazie ai bonus edilizi e al superbonus, imporranno una profonda riforma del campo delle agevolazioni fiscali sugli interventi di efficientamento energetico, di ristrutturazione, di eliminazione delle barriere architettoniche e dei lavori per la riduzione del rischio sismico del patrimonio immobiliare italiano.

Di più, la revisione toccherà anche gli incentivi delle imprese nel senso dell’innovazione con il Piano di transizione 5.0, oltre al precedente 4.0. Si consideri inoltre che, al 31 dicembre 2024, andrà in scadenza la maggior parte dei bonus edilizi. Nel prossimo anno rimarranno, tra i maggiori, solo il superbonus – ma al 65% e non al 70% – e il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche. 

Quali controlli sui bonus fiscali e nuovi divieti

La revisione, quindi, imporrà l’introduzione di futuri bonus, slegati dalle cattive (“worst”) practice dell’esperienza della cessione del credito così come disciplinata dal decreto “Rilancio” del 2020 e dai successivi provvedimenti legislativi. Solo a novembre 2021 si è iniziato a ragionare nel senso della maggiore attenzione per i lavori agevolati, grazie a quanto prevedeva il decreto “Antifrodi” con l’istituzione di passaggi di cessione del credito da compiere solo a vantaggio di soggetti a regime controllato (come banche, assicurazioni e intermediari finanziari).

Strette e restrizioni di utilizzo dei bonus edilizi hanno portato alla definiva chiusura alla cessione del credito e allo sconto in fattura con il decreto legge 39 del 30 marzo scorso. Anche per i condomini che avevano maturato il diritto a fruire del credito d’imposta per effetto di una delibera condominiale e della Comunicazione asseverata di inizio dei lavori entro la fine del 2022, hanno perso questa opzione se non hanno aperto i cantieri entro fine marzo scorso. 

Superbonus, si potrà ancora utilizzare la cessione del credito o lo sconto in fattura? 

I bonus edilizi che saranno introdotti per i lavori dei prossimi anni, quindi, richiederanno l’attenzione su specifici punti. Il primo è la comunicazione preventiva per la fruizione delle agevolazioni, anche in ambito di beni 4.0 e Transizione 5.0. Ma le agevolazioni non saranno illimitate, come avvenuto con il superbonus e il bonus facciate.

Si accederà per risorse stanziate come un normale bando pubblico, al pari di quanto già stabilisce il decreto 39/2024 con i 400 milioni di euro stanziati per le aree colpite da eventi sismici del Centro Italia e con i 35 milioni di euro per le altre aree. Agli enti del Terzo settore andranno, invece, 100 milioni di euro. 

Quali percentuali di agevolazione saranno più convenienti per fare lavori edilizi? 

Stabilire delle risorse dedicate agli interventi di riduzione del rischio sismico, di efficientamento energetico e di ristrutturazione comporterà la prenotazione delle risorse, collegate pertanto alle comunicazioni preventive da parte di chi fruisce dei bonus, con lo stop alla circolazione successiva del credito d’imposta e l’azzeramento delle frodi.

Infine, sono da mettere definitivamente nel cassetto percentuali altissime di copertura dei bonus (110% del superbonus, 90% del bonus facciate o 85% del sisma bonus). Il bonus ristrutturazioni nel 2025 avrà percentuale del 36%, prima di passare al 30% dal 1° gennaio 2028.