Si torna con uno stop per tutti i taxi. I sindacati dei tassisti hanno reso ufficiale un nuovo sciopero nazionale di 48 ore, previsto per il 5 e 6 giugno 2024. La decisione arriva in seguito alla mancanza di risposte dopo lo sciopero del 21 maggio, organizzato per protestare contro l’abusivismo nel settore e per richiedere la regolamentazione delle piattaforme tecnologiche. A proclamare lo stop sono stati Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Satam, Tam, Claai, Unione Artigiani, Unione Tassisti d’Italia, Uritaxi, Fast Confal taxi, Unica taxi Cgil, Orsa taxi, Usb taxi, Unimpresa, e Sitan/Atn.

Nuovo sciopero nazionale dei Taxi, stop del 5 e 6 giugno 2024: i motivi

Uno dei principali punti di contestazione riguarda l’uso improprio delle autorizzazioni di noleggio. I sindacati denunciano che le autorizzazioni rilasciate in regioni come la Calabria vengono utilizzate per operare in città come Roma o Milano, senza alcun controllo.

Un fenomeno, questo, che impedisce alle amministrazioni locali di dimensionare adeguatamente il numero di taxi in base alle esigenze della popolazione. I sindacati hanno spiegato:

“Non si può con un’autorizzazione di noleggio presa in Calabria continuare a fare impunemente il tassista a Roma o a Milano”

Il limitato potere decisionale dei sindaci

I sindacati continuano a criticare il loro scarso potere decisionale dei sindaci all’interno delle grandi città in Italia. Al momento, gli amministratori di piccoli comuni hanno la possibilità di rilasciare tante autorizzazioni di noleggio, che non hanno l’obbiettivo di servire i loro territori, ma finiscono per alimentare il mercato nelle città.

Si crea così un dislivello tra le tra le autorizzazioni rilasciate e gli effettivi bisogni delle aree urbane più popolate, complicando ulteriormente la gestione del settore.

La concorrenza delle piattaforme digitali

C’è un altro punto cruciale ribadito per questo sciopero. Si tratta della concorrenza con piattaforme digitali (come ad esempio Uber) che si servono di algoritmi, di moltiplicatori tariffari, tanto da esercitare pressione sul servizio tradizionale dei taxi.

I sindacati lamentano che certi portali offrono un servizio sleale, con variazioni di prezzo che penalizzano ulteriormente i tassisti. Le autorizzazioni di noleggio, spesso usate in modo improprio, amplificano la problematica e contribuiscono alla degenerazione del mercato all’interno dei grandi centro città.

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