La vaccinazione antirabbica per il cane non è più obbligatoria in Italia, con un’importante eccezione che riguarda gli spostamenti. Pur non sussistendo più un obbligo di legge, la vaccinazione è comunque consigliata per preservare la salute del nostro amico a quattro zampe. La rabbia infatti è una patologia seria, che negli animali ha sempre esiti fatali e si può trasmettere anche all’uomo.

Quando è obbligatoria il vaccino antirabbico per il cane?

Il vaccino antirabbico per il cane è obbligatorio qualora si voglia viaggiare all’estero con il proprio animale domestico. Oltre ai documenti necessari per l’espatrio, come il passaporto e il microchip, per tutti gli spostamenti da o verso paesi esteri, sia comunitari che extracomunitari di cani, ma anche di gatti e furetti, sussiste l’obbligo della vaccinazione contro la rabbia.

Il vaccino deve essere stato effettuato per legge 30 giorni prima della data di partenza per poterlo considerare effettivo, anche se il cane risulta coperto a partire dal 21° giorno dopo l’inoculazione. La certificazione dell’avvenuta vaccinazione deve essere effettuata da un veterinario e debitamente registrata sul passaporto.

Alcuni Paesi come l’Australia e l’Islanda richiedono, oltre al vaccino contro la rabbia, anche la titolazione anticorpale, per verificare la presenza di un’adeguata quantità di anticorpi contro la malattia. Questo esame può risultare utile anche quando si voglia comprendere se è necessario ripetere la vaccinazione. Di regola, il rinnovo del vaccino può essere annuale o triennale.

La titolazione anticorpale può essere effettuata a partire dal 30° giorno successivo alla vaccinazione, quindi se abbiamo intenzione di portare il nostro cane in un Paese straniero che richiede anche questo esame, dobbiamo muoverci per tempo per essere in regola con le certificazioni necessarie a far espatriare il nostro amico a quattro zampe.

Come tutti i vaccini, anche l’antirabbico comporta degli effetti indesiderati, anche molto gravi se la bestiola risulta allergica ad alcune sostanze presenti nel vaccino. Alcune conseguenze minori, come malessere e febbre, spariscono nel giro di pochi giorni.

Il vaccino va comunque somministrato su animali in buona salute a sui cuccioli che abbiano almeno 3/4 mesi di vita. In generale, esistono una serie di vaccini che sono altamente consigliati per i cani, come parvovirus, cimurro, epatite infettiva e l’antirabbica. Solo quest’ultima però, come abbiamo visto, è richiesta per i viaggi all’estero in via obbligatoria.

Perché la vaccinazione contro la rabbia non è più obbligatoria?

Nel 1997, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l’Italia Paese libero da rabbia. Nonostante si siano registrati sporadici casi anche dopo questa data, in particolare nel Nord Est del nostro Paese, dal 2013 la vaccinazione antirabbica non è più obbligatoria in quanto non risulta più essere una patologia ritenuta a larga diffusione.

La rabbia è una malattia definita zoonosi, ovvero si tratta di una patologia che può essere trasmessa da un animale infetto all’uomo attraverso il morso o un graffio. Non esiste una cura specifica e per gli animali questa patologia risulta fatale, mentre per l’uomo esiste un trattamento post contagio da effettuare nel minor tempo possibile. Il vaccino preventivo risulta ad oggi il metodo più efficace per evitare la malattia.