Un volo tra un ritorno e un addio. Poche parole in grado di sintetizzare questa attesa di Lazio-Sassuolo, con un passaggio d’ali che sbattono tra il ritorno di Sven Goran Eriksson sul prato dell’Olimpico e l’addio di Felipe Anderson alla maglia biancoceleste. Torna l’allenatore del secondo scudetto, saluta il 7 che dal 2013 ha illuminato la fascia destra capitolina. I tifosi della Lazio, nel saluto ad Eriksson e a Felipe, si emozionano tra brividi forti e momenti amarcord.
Prima di Lazio-Sassuolo c’è il coro unanime dei tifosi. “Siamo qui essenzialmente per Eriksson”, il coro quasi all’unisono quello dei tifosi della Lazio, tra sciarpe e bandiere dedicate allo scudetto del 2000. “A lui dobbiamo veramente tanto, ci ha regalato una delle emozioni più grandi della nostra storia e a lui dobbiamo tantissimo. Sarà un’emozione unica rivederlo”. Si avvicina poi un ragazzo con la maglia che omaggia proprio quel campionato vinto: “Qui con questa maglia per lui. Glielo devo, l’ho acquistata a una cifra folle ma era il minimo che potessi fare per quella squadra di marziani.
Lazio-Sassuolo, i tifosi su Felipe Anderson: “Ci mancherà”
Tra un ritorno gradito e qualche voto alla stagione – con la vittoria delle sufficienze striminzite – tra i supporters biancocelesti c’è anche un momento per salutare Felipe Anderson, che a fine anno andrà a vestire la maglia del Palmeiras. “Ci mancherà Felipe”, dicono la maggior parte dei sostenitori. “Alla Lazio ha dato tanto, a volte discontinuo ma gli dobbiamo davvero tanto per l’impegno che ha messo in questi anni”.
Alcuni, tuttavia, non sono d’accordo: “Alla fine si può rimpiazzare. Mi dispiace più che vada via Luis Alberto, quella sì che è una brutta perdita“. Insomma, un popolo diviso su Felipe Anderson che invece, più che mai, si compatta su Sven Goran Eriksson.
I tifosi: “26 Maggio? La Roma bisogna batterla sempre”
Una partita di ricordi e di momenti da brividi, ma anche di amarcord storici per una vittoria storica per il calcio capitolino. Oggi, a undici anni di distanza, il popolo laziale esulta per il 26 maggio 2013, giorno in cui la Lazio sconfisse la Roma per 1-0 grazie al gol di Senad Lulic in finale di Coppa Italia. “Un 26 maggio è per sempre”, dicono i più.
Tra questi, tuttavia, spicca una signora ciondolante. Passo lento, figlio al braccio, uno spiazzante “No” alla mancanza di Eriksson ma una frase che, per chi tifa Lazio, dovrebbe essere un dogma: “26 Maggio? Ma che, la Roma bisogna batterla sempre”. Gioco, partita, incontro.