Un Lazio-Sassuolo in cui i ricordi sono pronti a riaffiorare, non per una stagione che si sta avviando alla sua conclusione, bensì per un passato glorioso a firma Sven-Goran Eriksson. Una squadra unica quella del secondo scudetto, piena zeppa di campioni, che Roberto Baronio ha avuto modo di poter vivere.
Non ha mancato l’appuntamento l’ex centrocampista biancoceleste, troppo forte l’amore verso quei colori che gli hanno permesso di incidere il suo nome nella storia, ma sopratutto la voglia di riabbracciare il mister svedese, a cui ha riservato un posto speciale nel suo cuore: “E’ un emozione incredibile, eravamo una squadra pazzesca, e potevamo vincere anche molto di più”.
Ricordi che questa sera riaffioreranno in un attimo, per un abbraccio dal sapore immortale.
Lazio-Sassuolo, il ritorno di Sven-Goran Eriksson all’Olimpico, le parole di Roberto Baronio
Lazio-Sassuolo come cornice per le emozioni, Sven-Goran Eriksson il protagonista indiscusso, insieme a lui tanti suoi ex giocatori tra cui anche Roberto Baronio, che non ha mancato all’appuntamento. E non vede l’ora di godersi lo spettacolo: “I ricordi? Sono bellissimi. Eravamo una squadra pazzesca, e abbiamo vinto meno rispetto a quello che potevamo vincere“. Ma stasera rimpianti non ce ne saranno: “Il primo aggettivo che mi viene in mente è “sogno”, eravamo una squadra piena zeppa di campioni, quando fai parte di un gruppo del genere è tutto bellissimo”.
Pronto l’abbraccio con Sven-Goran Eriksson: “Ho avuto modo di poterlo incontrare già a Genova, è stato bellissimo, ma lo riabbraccerò volentieri”. Sta di fatto che a distanza di tanto tempo la domanda sorge spontanea: perchè una squadra, come quella Lazio del secondo scudetto, non è riuscita a vincere più di quello che è riuscita a portare a casa? “Penso sia stata una questione di mentalità – sottolinea Baronio – l’abitudine a vincere tanto. Eravamo una squadra in costruzione, forse serviva un po’ di tempo in più”.
Ma di rimpianti non ce ne sono, perchè la storia ha confermato come quella Lazio fosse un gruppo di campioni. Allenato da uno Sven-Goran Eriksson pronto ad emozionarsi di nuovo. Nel segno dell’amore di un Olimpico che non lo ha mai dimenticato. E mai lo farà.