Renato Carosone rimane un simbolo intramontabile della musica italiana, capace di raccontare con il sorriso la voglia di rinascita dell’Italia del dopoguerra, un paese che, sopravvissuto alla distruzione, desiderava ricostruire il proprio futuro.

La malattia di Renato Carosone

Nel 1993 Carosone affrontò un aneurisma cerebrale, che riuscì a superare brillantemente, tornando a dedicarsi con passione alla musica, alla pittura e a tutte le sue attività fino al giorno della sua morte.

Il celebre cantautore, pianista e direttore d’orchestra si è spento nel sonno la mattina del 20 maggio 2001 nella sua abitazione romana, dove si era trasferito dopo aver vissuto a lungo presso il lago di Bracciano.

La notizia della sua scomparsa fu annunciata dal conduttore Maurizio Costanzo durante una puntata del programma “Buona Domenica”.

Al suo funerale, tenutosi due giorni dopo nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, parteciparono circa cinquemila persone, tra cui molte figure di spicco del mondo dello spettacolo, come Luciano De Crescenzo, Renzo Arbore, Antonio Ghirelli, Marisa Laurito, Enrica Bonaccorti, Mogol, il Mago Silvan, Lucio Villari e molti altri.