Prosegue la battaglia della Lega Serie A contro il “pezzotto“. L’impegno per smascherare le pay-tv illegali non è venuto meno neanche in queste ultime settimane, nonostante il campionato sia ormai agli sgoccioli. Questa volta la Lega ha messo nel mirino una società informatica statunitense, accusata di aver fornito servizi ai diffusori di streaming illegali e agli spettatori. La guerra legale si giocherà al Tribunale di Milano, dove è già stato presentato ricorso.
Serie A, la Lega contro il pezzotto: nel mirino i servizi di Cloudflare
La società in questione è Cloudflare, colosso dell’informatica americana nato nel 2010 a San Francisco. I suoi servizi permettono di eludere le norme anti-pezzotto varate dall’Agcom lo scorso 2 febbraio. Secondo le accuse l’azienda fornirebbe le istruzioni per aggirare i paletti della legalità e guardare le partite in forma anonima. Queste sono le accuse della Lega Serie A sui cui sarà chiamato a giudicare il Tribunale di Milano.
Le due versioni differenti
Fino a questo momento Cloudflare ha respinto tutte le accuse, sottolineando come la manovra danneggi i suoi siti. Dall’altra parte, invece, i legali della Lega hanno condannato categoricamente i servizi offerti dalla società americana.
Cloudflare fornisce agli spacciatori di partite il locale di spaccio e le vie d’uscita. L’utilizzo della VPN sposta il collegamento tra i pirati e i propri clienti da una rete pubblica a una privata, in un circolo segreto dove è possibile operare al di fuori dei controlli delle Autorità.