La valutazione completamente diluita (FDV) è una metrica che sta assumendo un significato sempre più importante. A renderla tale è proprio il fatto che il mercato delle criptovalute è caratterizzato dal blocco di una vasta parte dei token, nello staking. Molti trader, infatti, la utilizzano proprio per cercare di capire in maniera più compiuta il valore di un progetto e, in particolare, le sue prospettive future. Andiamo quindi a cercare di comprenderne meglio il significato e, soprattutto, la sua reale importanza.
FDV: cos’è la valutazione completamente diluita di una criptovaluta
FDV è l’acronimo di Fully Diluted Valuation, che tradotto nella nostra lingua significa valutazione completamente diluita. È considerata una misura del valore totale di un progetto di criptovaluta , supponendo che tutti i token previsti dalla sua offerta siano in circolazione.
Si tratta quindi di una rappresentazione statistica del valore massimo di un progetto di criptovaluta, in grado di fornire agli interessati una visione dello stesso in grado di andare oltre il presente. Com’è ormai noto, infatti, tranne pochi protocolli che hanno provveduto a preminare i token, le monete virtuali sono oggetto di conio tramite processo di mining, oppure di burning, ovvero il processo teso a rimuoverne una parte della circolazione per mantenere in equilibrio il prezzo.
La domanda che in molti si fanno, di fronte a questo acronimo, è non solo scontata, ma anche comprensibile: perché l’FDV deve essere considerato un fattore importante nella valutazione di un determinato progetto?
Perché la valutazione completamente diluita è effettivamente importante
La FDV è da considerare fondamentale per riuscire ad avere una sorta di istantanea relativa al valore massimo potenziale di una criptovaluta, nel caso in cui tutti i token previsti dal suo piano di sviluppo fossero già in circolazione.
Grazie ad esso, gli investitori sono in grado di capire se un determinato protocollo sia valutato come merita. se, ad esempio, un progetto appena sbarcato sulla scena riesce a raggiungere una capitalizzazione di mercato molto elevata, con una piccola parte di token effettivamente circolanti, si può affermare che è sopravvalutato.
A renderlo tale la constatazione che applicando il suo prezzo all’intero quantitativo di coin previsti, il market cap andrebbe a sorpassare addirittura quello di Bitcoin. Una ipotesi al momento considerato generalmente assurda.
Quali sono le differenze tra FDV e Market Cap?
Da quanto abbiamo detto, si può facilmente comprendere come Fully Diluted Valuation e Market Cap siano cose assolutamente distinte, da non confondere assolutamente. L’FDV, infatti, viene calcolato moltiplicando il prezzo attuale di un token per il numero di coin previsto come offerta totale.
Al contrario, il Market Cap prevede che ad essere moltiplicati per la valutazione attuale siano i gettoni virtuali già circolanti. Di conseguenza, soltanto in un caso le due metriche potranno coincidere, ovvero quando tutti i coin previsti in sede di tokenomics saranno stati coniati.
Preso atto di questa sostanziale differenza, il passo successivo che dovrebbe essere compiuto dai trader è capire quale delle due sia da preferire, per riuscire ad avere un quadro in grado di risultare fruttuoso per il proprio commercio.
Secondo gli esperti, la FDV è assolutamente da privilegiare, in tal senso. Non solo fornisce una visione più fondata sull’effettivo potenziale di un protocollo appena lanciato, ma grazie ad essa gli investitori possono impostare le proprie strategie di breve e lungo termine su dati importanti. Potrebbero ad esempio provare a cavalcare l’onda acquistando il token per poi rivenderlo non appena questo si sia apprezzato, sapendo che è sopravvalutato.
Inoltre, sapere che nel futuro saranno rilasciati molti token può aiutare a mitigare l’eventuale rischio di una forte pressione sul mercato. Ecco perché la valutazione completamente diluita di una criptovaluta è da considerare un dato molto importante, in fase di valutazione di un progetto.