Damiano Caruso è stato l’angelo custode di Antonio Tiberi al Giro d’Italia 2024. Il corridore della Bahrain-Victorious è uno dei corridori più esperti in gruppo: a 36 anni, dopo aver lavorato in passato per grandi capitani come Ivan Basso e Vincenzo Nibali e dopo il podio al Giro d’Italia 2021, si è messo a disposizione della squadra con l’obiettivo di aiutare il giovane corridore laziale nel suo percorso di crescita. Il Giro d’Italia 2024 ha rappresentato la prima esperienza di Tiberi come leader di una squadra in una grande corsa a tappe e Caruso è stato fondamentale per lui, soprattutto nella tappa di Livigno, quando il laziale è andato in leggera difficoltà nelle fasi finali.

Giro d’Italia 2024, Caruso al fianco di Tiberi

Oggi a Roma, Antonio Tiberi vestirà la maglia bianca di miglior giovane. Noi di Tag24.it abbiamo parlato con Damiano Caruso al termine della tappa di Bassano del Grappa, al termine della quale il corridore laziale ha confermato il proprio quinto posto in classifica generale e la maglia bianca di miglior giovane. In particolare, abbiamo cercato di capire quali possano essere gli ulteriori margini di Antoni Tiberi in prospettiva futura, al fine di poter diventare a tutti gli effetti un uomo da grandi corse a tappe.

La crescita di Tiberi

Come è stata questa penultima tappa del Giro d’Italia 2024?

“Direi che questa penultima tappa è stata una ciliegina sulla torta, sicuramente lo è stata per noi corridori in termini di durezza ma credo anche che sia stata una delle più spettacolari in questo Giro d’Italia. Siamo partiti con il brutto tempo, poi il cielo si è aperto e siamo passati per due volte tra due ali di folla. Credo che a livello di spettacolo sia stata davvero molto bella da vedere per il pubblico”.

Quanta soddisfazione c’è per aver confermato la maglia bianca con Antonio Tiberi?

“Era l’obiettivo principale che, come squadra, ci eravamo posti alla partenza. Già al primo passaggio la UAE Team Emirates ha fatto un gran bel ritmo in testa al gruppo, al secondo non ne parliamo. Nonostante siamo a fine Giro d’Italia ho visto che Antonio si è comportato molto bene, e non era facile, visto che siamo tutti molto stanchi. Questo risultato fa ben sperare me, lui, la squadra e tutta l’Italia del ciclismo”. 

Avevate pensato al podio?

“Sapevamo che conquistare un piazzamento sul podio era molto difficile. Il primo obiettivo che ci siamo dati alla partenza è stato quello di portare a casa la maglia bianca di miglior giovane. Laddove ci fosse stata la possibilità di migliorare in classifica sarebbe stato un passo ulteriore, ma  la cosa fondamentale era confermare la maglia bianca”.

Quali margini di miglioramento può ancora avere Tiberi?

“Io credo che Antonio possa avere dei margini di miglioramento un po’ ovunque, questo è stato un passaggio molto importante nella sua crescita e credo che lavorando insieme alla squadra possa avere una crescita sempre maggiore nei prossimi anni. Questo Giro è stato la sua prima esperienza da capitano, ha dimostrato di esserci nei momenti più importanti e di saper gestire le difficoltà”.

Ti vedremo al Tour de France?

“Non lo so. Vediamo prima di concludere il Giro d’Italia a Roma, poi dopo un paio di giorni di riposo penseremo a programmare la seconda parte di stagione”.