Donald Trump ha deciso di puntare con grande forza sulle criptovalute, come era del resto ormai noto da settimane. Una scelta che è probabilmente soltanto di origine tattica, alla luce della sua vecchia avversione per gli asset digitali, ma la quale potrebbe comportargli notevoli vantaggi elettorali.
La sua ultima dichiarazione sul tema suona però abbastanza sorprendente. Il tycoon, infatti, ha esternato la sua intenzione di liberare immediatamente Ross Ulbricht, nel caso in cui dovesse prevalere su Joe Biden alle elezioni presidenziali di fine anno.
Criptovalute: Donald Trump promette di liberare Ross Ulbricht, il fondatore di Silk Road
Donald Trump ha dichiarato di essere intenzionato a liberare Ross Ulbricht, nel caso in cui dovesse tornare alla Casa Bianca. Lo ha affermato durante il suo discorso di ieri sera presso la Libertarian National Convention di Washington, DC.
Si tratta di una promessa destinata a creare non poche polemiche. Ross Ulbricht, infatti, è il fondatore di Silk Road, ovvero il più famoso mercato della Darknet, la parte più oscura del web. Al suo interno, in particolare, avveniva il commercio di stupefacenti, armi ed esseri umani. Un commercio per il quale, negli anni tra il 2011 e il 2013, è stato largamente usato il Bitcoin.
Una volta smantellato dalle forze dell’ordine Silk Road, il suo creatore è stato quindi condannato a ben due ergastoli più 40 anni di reclusione, dei quali 11 già scontati. Una pena la quale ha spinto la comunità crypto a indicare Ulbricht alla stregua di una sorta di martire, per la violazione dei suoi diritti costituzionali. Tanto che nel 2018 il Partito Libertario ha chiesto la grazia presidenziale a Trump. Grazia all’epoca non concessa, a differenza di quanto promette stavolta il candidato repubblicano.
Prosegue la svolta pro-crypto di Trump
La domanda che sorge spontanea, di fronte alla promessa di Trump, è la seguente: perché all’epoca non la concesse e stavolta invece sembra intenzionato a farlo? La risposta è di una semplicità disarmante: Trump mira al voto dei fanatici crypto e dei detentori di asset virtuali in genere.
Tanto da avere in pratica compiuto una vera e propria inversione sul tema. Non solo ha affermato la necessità di convivere con il detestato, un tempo, Bitcoin, ma ha anche accusato Biden di non capire le criptovalute. Al proposito occorre peraltro affermare che è la stessa accusa che alcuni noti esperti di blockchain hanno rivolto a lui, indicando le sue dichiarazioni in tema alla stregua di veri e propri sproloqui.
Trump è però andato oltre. Ha infatti lanciato una sua collezione di token non fungibili, Trump NFT. Tanto da spingere una parte della Alt Right a tagliare i ponti con lui. Come ha fatto Steve Bannon, il suo ex consigliere, durante una puntata di “The War Room”, programma da lui condotto, chiedendo peraltro l’immediato allontanamento di chi ha consigliato questa mossa, dal suo entourage.
Non meno duro Anthime Gionet, esponente di estrema destra noto come “Baked Alaska”, sotto processo per il ruolo ricoperto nell’assalto al Capidoglio. Su X ha infatti postato il seguente messaggio: “Non posso credere che andrò in prigione per un venditore di NFT”.
Trump sembra ormai senza freni, sul fronte dell’innovazione finanziaria
Trump, però, non sembra intenzionato a tornare indietro. Lo ha fatto capire proprio nel corso della convention del Partito Libertario, senza eccessivi peli sulla lingua. Ha infatti non solo solo promesso la grazia per Ulbricht, ma anche il veto su una CBDC.
Per poi aggiungere: “Farò in modo che il futuro delle criptovalute e il futuro del bitcoin siano realizzati negli Stati Uniti e non spinti oltreoceano. Sosterrò il diritto all’autoaffidamento.” E non ha mancato di sferrare un colpo destinato a piacere enormemente ai criptofans, promettendo ai cinquanta milioni di detentori di criptovalute degli Stati Uniti di tenere lontani Elizabeth Warren e i suoi “scagnozzi”.
Resta ora da capire la reazione del fronte democratico a queste parole. Una reazione la quale potrebbe essere favorita proprio dalla promessa di grazia ad una figura controversa come quella di Ulbricht.