Con il decreto “Superbonus” 2024 si completa il blocco ai crediti d’imposta e agli sconti che non possono essere più ceduti o compensati. Le principali novità sulla moneta fiscale sono contenute nella legge di conversione del decreto 39 del 30 marzo 2024. Il provvedimento provvede a fissare ulteriori variazioni su cessione e sconto in fattura, monitoraggio e utilizzo dei crediti d’imposta, remissione in bonis e compensazione con i contributi previdenziali e assistenziali Inps e Inail.

Decreto Superbonus 2024, ecco quali crediti d’imposta e sconti non si possono cedere

La novità più importante del decreto 39 del 2024, in tema di circolazione dei crediti d’imposta del superbonus e degli altri bonus edilizi, è lo stop ulteriore alle condizioni di cessione. Il divieto vige sia per le cessioni dei crediti che per gli sconti in fattura. Si prevede, quindi, l’uso della detrazione fiscale quale formula per valorizzare il proprio bonus maturato sulle spese effettuate per gli interventi di efficientamento energetico, ristrutturazioni degli edifici, riduzioni del rischio sismico e abbattimento delle barriere architettoniche.

La conversione in legge del Dl 39/2024 ripropone la detrazione in dieci anni, anziché nei quattro o cinque anni previsti dalla legislazione previgente. Tuttavia, la detrazione in tanti anni avviene in modalità differenti rispetto al quanto prevedeva il decreto 11 del 2023 per lo scorso anno.

Detrazione fiscale in dieci anni e rate residue, quali novità?

Infatti, nel 2023 il contribuente aveva la facoltà di scegliere di avvalersi della detrazione sul superbonus in quattro anni (prima rata nella dichiarazione dei redditi del 2023) o in dieci anni (prima rata nella dichiarazione dei redditi del 2024).

La conversione del Dl 39/2024 introduce, invece, un obbligo al quale dovranno uniformarsi gli operatori che abbiano maturato dei crediti. Anche perché, le recenti novità avevano già chiuso gli spazi di utilizzo della cessione dei crediti d’imposta o dello sconto in fattura.

Si chiudono le possibilità di utilizzo con la cessione dei crediti anche delle rate residue dei bonus degli scorsi anni. Le quote non utilizzate dalla detrazione delle spese degli anni precedenti dovranno essere portate necessariamente in detrazione e non più cedute. Novità sono previste anche sulle rate residue degli anni a partire dal 2022.

Stop alla remissione in bonis, il 2024 si chiude con la scadenza del 4 aprile

Tra gli stop della conversione in legge del decreto “Superbonus”, rientra anche quello sulla remissione in bonis. L’ultima scadenza per comunicare le cessioni dei crediti e gli sconti all’Agenzia delle entrate rimane quella del 4 aprile 2024, senza possibilità di proroga grazie al pagamento di una sanzione amministrativa di 250 euro.

Nel 2023, grazie all’istituto della remissione in bonis, si è potuto comunicare in ritardo la cessione dei crediti d’imposta nel periodo dalla scadenza originaria del 31 marzo fino al 30 novembre 2023.

Compensazione crediti iscritti a ruolo

Sull’utilizzo della cessione del credito d’imposta derivante dai bonus edilizi, il nuovo provvedimento fissa un’ulteriore stretta per la compensazione degli importi eccedenti i 10mila euro iscritti a ruolo. Nel caso in cui sia già decorso il 30° giorno dalla data di pagamento e non siano incorsi provvedimenti di sospensione o decadenza della rateazione, si provvede alla sospensione fino alla concorrenza degli importi di carichi e ruoli.

Nel caso di iscrizioni a ruolo per importi eccedenti i 100mila euro, si esclude dalla possibilità di compensare mediante utilizzo del modello F 24. Fanno eccezione i soli contributi previdenziali Inps e i premi assicurativi contro gli infortuni sul lavoro (Inail).

Divieto compensazione sconti e crediti con contributi Inps

Detti contributi, invece, fanno parte di un ulteriore blocco ai fini della compensazione, questa volta a carico di banche, assicurazione e intermediari finanziari. Dal 1° gennaio 2025, detti istituti – a regime controllato – non potranno più procedere con la compensazione dei crediti dei bonus edilizi detenuti nel cassetto con i contributi di cui sopra.

La norma ha già sollevato numerosi alert circa la chiusura da parte delle banche dei ridottissimi spazi nei quali sia ancora consentito poter acquistare crediti e sconti presenti sul mercato.