Cessione dei crediti d’imposta delle rate residue del superbonus, sisma bonus e bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche, si può ancora utilizzare l’opzione alternativa alla detrazione fiscale e come, dopo le novità del decreto legge 29 del 2024? Con l’entrata in vigore del provvedimento, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non sarà più possibile esercitare l’opzione delle cessione del credito d’imposta in merito a quelle che sono considerate le quote rimanenti rispetto alle detrazioni fiscali.
Si tratta, dunque, di rate che non sono state fruite negli anni precedenti (o quelle del 2024 per i prossimi anni) nella dichiarazione dei redditi e che, fino alla normativa precedente al Dl 39 del 2024, potevano essere oggetto di trasferimento.
Cessione crediti rate residue, cosa sono?
Di rate residue del superbonus e degli altri bonus edilizi e di cessione dei crediti d’imposta ne parla la lettera b) del comma 1, dell’articolo 121, del decreto legge 24 del 2020, ma soprattutto il paragrafo 1.3 del 3 febbraio 2022 dell’Agenzia delle entrate per i casi anche dello sconto in fattura. Per il Fisco l’opzione di cessione del credito “può essere esercitata anche per le rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute negli anni 2020, 2021, 2022, 2023, 2024 e 2025”. Avvalersi dell’opzione comporta l’allargamento a tutte le rate residue. La scelta è irrevocabile.
Cessione crediti rate residue superbonus, sisma bonus e barriere: quali novità del Dl 39 del 2024?
Fatta questa premessa, il decreto 39 del 30 marzo 2024, nella conversione in legge attesa solo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non consentirà ai contribuenti di poter fruire della cessione dei crediti d’imposta sulle rate residue dei bonus edilizi per le spese sostenute non solo nel 2024, ma anche negli anni precedenti.
Infatti, l’efficacia retroattiva del provvedimento del governo per i tre bonus edilizi bloccherà l’operazione di cessione dei crediti non solo delle quote principali – che non hanno cambiate la propria suddivisione e continuano ad essere per quattro o cinque anni – ma anche di quelle residue.
Cessione crediti rate residue 2024, quando si può esercitare l’opzione?
Pertanto, il provvedimento cancella la facoltà riconosciuta agli operatori che abbiano effettuato lavori agevolati dal superbonus, dal bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la riduzione del rischio sismico di poter cedere le quote residue, ovvero le rate di bonus sulle spese effettuate che non siano state oggetto di detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi. Anche per queste rate persiste, quindi, la necessità di farle passare per la detrazione fiscale per non vedersi cancellare parte del bonus spettante sulle spese sostenute.
Bonus edilizi, perché è necessaria la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi?
A tal proposito, difficoltà potrebbero averle quei contribuenti che abbiano ridotta o scarsa capacità o capienza fiscale. Si pensi, ad esempio, a chi sia passato alla partita Iva del regime forfettario che non ha accesso alla possibilità di detrazione fiscale perché non si può detrarre dall’imposta lorda, o a chi abbia subito una riduzione del reddito o, addirittura, abbia perso il lavoro.
L’improvvisa impossibilità di cedere le quote residue dei bonus edilizi farà perdere parte del bonus stesso a quei contribuenti che non hanno la possibilità di riversarlo nella dichiarazione dei redditi.
Spese 2022, 2023 e 2024: come recuperare quote cessioni crediti anni precedenti?
In via analitica, le spese sostenute nei vari anni e le quote residue dei bonus edilizi, si presenteranno in un determinato contesto. Ovvero, per le spese del 2022 e le relative rate residue che non siano state inserite nella dichiarazione dei redditi del 2023 (per l’anno di imposta 2022), la cessione delle rate residue riguarda esclusivamente le quote inserite nella comunicazione all’Agenzia delle entrate che aveva scadenza al 4 aprile 2024. Eventuali quote non inserite nella comunicazione, dunque, non potranno essere più recuperate nella modalità di cessione dei crediti d’imposta.
Per le spese relative all’anno 2023, pur essendo ancora in fase di presentazione della dichiarazione dei redditi del 2024, non si potranno recuperare rate residue. Ciò che non sia già passato per sconti in fattura o cessione dei crediti dovrà, necessariamente, passare per la detrazione fiscale. Analoga è la situazione delle spese del 2024 per la dichiarazione dei redditi del 2025: data l’efficacia retroattiva del decreto legge 39 del 2024, non si potranno recuperare le relative quote che dovranno essere oggetto di detrazione fiscale.