Le istituzioni italiane non godono di alta popolarità e resta basso l’indice di gradimento dei cittadini nei poteri dello Stato, ma fa eccezione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nei confronti del quale la stima del Paese cresce e supera il 60%. È quanto emerge nell’indagine del Rapporto Italia 2024 di Eurispes, secondo il quale il capo dello Stato, al suo secondo mandato, “è una figura conosciuta e presente nell’immaginario dei cittadini”, tanto che il 60,8% degli italiani (+8,6% rispetto al 2023), “si esprime positivamente in merito al ruolo e all’operato della massima carica dello Stato”. Il dato tocca il consenso maggiore se confrontato con quanto indicato in tutto il periodo che va dall’inizio del mandato ed è in controtendenza rispetto alle altre istituzioni.

La maggioranza degli italiani apprezza il Capo dello Stato Sergio Mattarella

Il gradimento nei confronti dell’attuale Governo passa dal 34,3%, registrato lo scorso anno, al 36,2% del 2024, ma si ferma comunque poco sopra un terzo degli italiani. “La situazione da un anno all’altro si presenta in lieve miglioramento – si legge nel rapporto – sebbene il giudizio complessivo si sposti in modo preponderante verso le polarità negative (55,4%). Un risultato, questo, che va comunque letto all’interno dell’arco temporale degli ultimi dodici anni, dove i tassi di sfiducia, fino a pochi anni fa, erano molto più preoccupanti”.Anche per quanto riguarda il Senato e la Camera, cresce leggermente la fiducia degli italiani ma i cittadini delusi restano la maggioranza: “Il Parlamento – si legge nel dossier – come organo di rappresentanza dei cittadini, nel 2024, fa registrare un aumento, seppur contenuto, dei giudizi positivi degli italiani interpellati: dal 30% del 2023 al 33,6% del 2024, un terzo dei cittadini. Prevalgono in ogni caso gli sfiduciati (58%)”.Per quanto riguarda la magistratura si evidenzia un dato in aumento di 6 punti percentuale, dal 41% del 2023 al 47%, in “un trend positivo che, d’altronde, non riesce a portare questa istituzione oltre la soglia della metà dei consensi espressi”. Il dissenso nei confronti del potere giudiziario è fortissimo tra i giovani di 18-24 anni con addirittura il 60,2% delle indicazioni, contro tassi decisamente inferiori di sfiducia in tutte le altre classi di età.