Ha parzialmente ammesso di aver usato l’auto blu per scopi personali, ma di averlo fatto “senza avere la percezione dell’illiceità di quanto commesso”. L’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha risposto oggi, 24 maggio 2024, alle domande del gip del Tribunale di Palermo. Ammettendo, di fatto, alcuni fatti riportati dell’ordinanza.

Miccichè deve rispondere di peculato, truffa e false attestazioni sulla presenza in servizio di un dipendente pubblico. Indagato anche il suo ex autista, Maurizio Messina.

Gianfranco Miccichè interrogato dal gip: uso dell’auto blu per scopi personali “in buona fede”

All’inizio della settimana il Gip del tribunale di Palermo, Rosario Di Gioia, aveva imposto il divieto di dimora a Cefalù a Miccichè per alcune vicende legate all’auto blu. Obbligo di dimora nei comuni di Palermo e Monreale per Messina.

Stamattina, rispondendo alle domande, Miccichè ha dovuto ammettere ciò che è stato documentato dalla Guardia di Finanza tramite osservazioni, foto e video. Ha voluto però sottolineare di averlo fatto senza “la consapevolezza di commettere abusi”.

Miccichè sull’uso dell’auto blu: “Il gatto stava male, lo rifarei”

Tra gli episodi contestati, oltre all’uso dell’auto di servizio per portare una tanica di benzina alla moglie rimasta in panne o per farsi recapitare due teglie di pasta al forno nel giorno del suo compleanno, anche il trasporto del gatto dal veterinario.

Una vicenda su cui l’ex presidente Ars avrebbe dichiarato, stando a quanto riportato dall’Ansa:

Il gatto stava malissimo, ha 13 anni. Sì è vero, è stato accompagnato in auto blu dal veterinario. Mia figlia mi diceva di portarlo subito a controllo e, onestamente, dico che lo rifarei.