Pertosse bambini, è scattato l’allarme epidemia dopo il record di contagi registrati negli ultimi 5 mesi. Sono già arrivati ad almeno 110 i casi di ricovero e 3 decessi a causa della malattia batterica che è altamente infettiva.

Per questo motivo e per limitare una eventuale situazione di emergenza che potrebbe scattare nel caso le infezioni dovessero aumentare, il Ministero della Salute ha rinnovato le raccomandazioni per la prevenzione.

Invitando tutti a ricevere il vaccino, che rappresenta una importante arma di protezione. Ecco come funziona il prodotto, quando si può fare la prima dose e perchè è importante anche durante la gravidanza.

Vaccino pertosse bambini: come funziona

La pertosse è una malattia batterica causata da un agente patogeno chiamato Bordetella Pertussis. Si tratta di una patologia che può essere diffusa molto rapidamente, perchè ha una elevata infettività. Si trasmette per via aerea e colpisce in particolare i neonati e bambini al di sotto dei 5 anni.

Sebbene sia curabile con antibiotici, costituisce comunque un rischio, soprattutto perchè spesso i sintomi possono essere scambiati per quelli di altre patologie respiratorie meno gravi e sottovalutati. Esponendo così i pazienti a conseguenze e complicazioni come polmoniti e bronchiti, fino ad arrivare a problemi neurologici ed encefaliti. Al di sotto di un anno può essere anche mortale.

In Italia fino a poco tempo fa la malattia era poco diffusa, grazie agli alti tassi di vaccinati nella popolazione. Tuttavia, negli ultimi tempi, specialmente dopo la pandemia Covid, si sono verificate molte meno adesioni alle campagne di vaccinazione infantile. Per questo i casi stanno aumentando.

Il consiglio quindi è quello di valutare la somministrazione, specialmente per i bambini sotto a 1 anno di età. Consiste in una dose che non esiste in formulazione singola, ma solitamente è combinata per proteggere anche dalle infezioni di: difterite e tetano (detta trivalente). In alternativa anche in quello esavalente, che oltre a pertosse, difterite e tetano protegge da epatite b, Poliomelite e Haemophilus Influentiae B.


Quando farlo

Il vaccino per la pertosse è consigliato a partire dai due mesi di età. Questo perchè si tratta della fascia per la quale possono esserci conseguenze più gravi in seguito all’infezione. Come dimostrano gli ultimi dati e l’allarme del Ministero in merito ad un aumento di casi di contagio tra neonati non vaccinati che purtroppo ha causato già anche 3 morti da gennaio.

In ogni caso è importante fare le prime tre dosi entro un anno di vita. La protezione va poi rinnovata con un richiamo che si effettua a partire dai 5/6 anni e poi verso i 13/14 anni. Si può inoltre effettuare negli adulti, sia la prima dose che il richiamo.

Visto che in base alle indicazioni sulla durata, il vaccino trivalente andrebbe fatto ogni 10 anni. Per proteggere al massimo i neonati e consentire io raggiungimento dell’immunità di gregge è inoltre raccomandato anche per le donne in gravidanza. 


Perchè è importante vaccinarsi in gravidanza

Le donne in gravidanza dovrebbero fare il vaccino anti pertosse. Questo perchè, la malattia se contratta nei primi mesi di vita può essere molto pericolosa e diffondersi rapidamente con gravi conseguenze. Una delle principali cause di morte dei neonati sotto i due mesi è infatti l’apnea causata dalle infezioni broncopolmonari, che possono essere provocate anche dalla pertosse.

Per coprire anche i primissimi periodi di vita quindi, il vaccino è consigliato alle donne incinte in modo da passare gli anticorpi al bimbo attraverso la placenta e proteggerlo tutte le fasi a partire dalla nascita. Il periodo ideale è intorno alla 28esima settimana di gestazione


Effetti collaterali e controindicazioni

Il vaccino anti pertosse, sia che sia contenuto nella dose esavalente che in quella tetravalente e trivalente, è generalmente ben tollerato. Lo dimostra il fatto che è raccomandato anche per le donne in gravidanza e può essere somministrato in tutta sicurezza anche ai neonati.

Tuttavia, ci sono sempre alcuni rischi di sviluppare effetti collaterali. A parte le gravi allergie che sono estremamente rare, ci sono soprattutto sintomi lievi che durano poche ore. Cioè: dolore nel punto di iniezione, gonfiore, prurito o febbre. Nel 30% dei casi anche sonnolenza e irritabilità.