Da oltre due settimane l’Università Statale di Milano è occupata in sostegno della Palestina e contro gli accordi con gli atenei israeliani. I patti presi dall’università vengono definiti dai manifestanti come un appoggio diretto al “genocidio in corso a Gaza” e all’industria bellica. Lo scorso 9 maggio gli studenti hanno montato le tende nell’università e da allora non se ne sono più andati. Protagonista dell’occupazione è il collettivo ‘Intifada Studentesca’, nato in sostegno della causa palestinese e contro le aggressioni perpetrate da Israele.

Un’esponente della Comunità studentesca per la Palestina, tra gli occupanti presenti all’interno dell’università, ha raccontato a Tag24 di questi ultimi giorni di occupazione, dei prossimi passi e dell’aggressione subita qualche giorno fa – il 22 maggio – ad opera di un altro collettivo identificato successivamente come ‘Lotta Comunista’. L’aggressione è partita dopo che al gruppo è stato impedito di diffondere un volantino pro Israele, qualche ora dopo si sono presentate una dozzina di persone che hanno dato vita ad una rissa. Uno dei coinvolti è finito in ospedale.

Università Statale di Milano occupata, una studentessa: “Siamo qui dal 9 maggio”

Fermiamo il genocidio in Palestina“. Anche gli studenti della Statale di Milano – come gli atenei statunitensi – sono in protesta contro gli accordi presi tra la loro università e quelle israeliane. Una partnership che non fa bene a nessuno, spiegano i manifestanti, se non all’industria bellica e alle politiche di Tel Aviv.

Sono stati giorni animati da dibattiti e lezioni alternative volti a dare uno sguardo diverso al conflitto in corso in Medio Oriente. Scene meno tranquille si sono viste qualche giorno fa, il 22 maggio, quando si sono verificati scontri con i militanti del movimento ‘Lotta Comunista‘. Ecco cosa ha detto a Tag24 l’esponente di Comunità studentesca per la Palestina.

D: Quando è iniziata l’occupazione?

R: “Venerdì 9 maggio ci siamo visti in presidio fuori dall’Università Statale e abbiamo messo le tende nel chiostro centrale…”

D: Non ci sono state resistenze o tentativi di fermare l’occupazione?

R: “Non da parte delle forze dell’ordine”

Le richieste dei manifestanti al Rettore: “Basta accordi con università israeliane”

D: Cosa state chiedendo al Rettore?

R: “Vogliamo che l’università si esprima contro il genocidio in corso ai danni del popolo palestinese e che si rescinda ogni accordo con Israele. Chiediamo che non si rinnovino gli accordi con l’Università di Reichman e con la filiera bellica

D: Ci sono diversi accordi in vigore, come supportano l’attività bellica di Israele?

R: “Da tanti anni si muove il movimento Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Sono parole d’ordine soprattutto per le relazioni tra il nostro Paese ed Israele, le università non sono torri d’avorio slegate dal contesto culturale e sono parte della produttività dello Stato”

“In Israele dall’università e dal ‘dual use‘ – uso civile e militare – vengono condotte ricerche legate all’ambito bellico. Anche in Italia succede e cresce sempre di più la cultura della difesa e della guerra nelle università”

D: Non sono stati fermati eventi?

R: “Non abbiamo impedito l’accesso agli studenti e alle studentesse, il Rettore ha spostato molti eventi. Abbiamo occupato un’aula dove sono stati annullati eventi ed abbiamo fatto rimandare l’Open Day di domani, organizzeremo un ‘Contro Open Day‘”

La ‘rissa’ del 22 maggio: “Colpa di un gruppo che distribuiva volantini sionisti”

D: Il Rettore non vi è venuto incontro finora?

R: “No, per ora aspettiamo la risposta del Senato Accademico. C’è una commissione per la valutazione degli accordi con l’Università Reichman, abbiamo ottenuto l’anticipazione dell’incontro dopo l’incontro con il Rettore per cui lunedì avremmo effettivamente delle risposta”

D: Lo scorso 22 maggio c’è stata una rissa nell’atrio, cosa è successo e come lo avete vissuto?

R: “Direi che rissa è un termine improprio. C’erano una dozzina di uomini adulti facenti parte di un gruppo organizzato che con il pretesto di un volantino sionista che era stato chiesto di non volantinare. Nonostante il nostro invito sono tornati e hanno iniziato lo scontro: è stata un’aggressione sionista. Una persona è finita in ospedale, è stato un atto che ha esplicitato lo spirito violento del sionismo italiano

D: Queste persone facevano parte di Lotta Comunista?

R: “Noi non abbiamo deciso di condividere il nome di questo gruppo, né di ‘Lotta’ né di ‘Comunista’ non hanno nulla. La matrice dell’aggressione era sionista, questo è il movente di questo gruppo: il focus deve rimanere su questo”

D: Quali saranno i prossimi passi dell’occupazione?

R: “Oggi ci stiamo organizzando per continuare ad avere momenti di socialità e di dibattito, domani ci sarebbe dovuto essere l’Open Day ma è stato rimandato e faremo un Contro Open Day dell’intifada studentesca dove porteremo le nostre rivendicazioni. E’ previsto poi un pranzo solidale assieme alla Comunità palestinese, poi ci sarà il corteo delle 15 di sabato 25 maggio che partirà da Piazzale Loreto

Lunedì 27 maggio ci sarà una giornata di mobilitazione contro il Senato Accademico rispetto all’effettiva risposta sugli accordi con le università israeliane”