Sono ore decisive per il destino politico e amministrativo della Regione Liguria e del suo governatore Giovanni Toti. Ieri 23 maggio, Toti – dal 7 maggio agli arresti domiciliari nell’ambito della maxi-inchiesta per corruzione della Procura di Genova – è stato ascoltato per quasi otto ore dai pm liguri. Aveva chiesto lui di essere interrogato per chiarire la sua posizione in merito alle accuse formulate a suo carico.

Nelle ultime settimane il centrodestra e la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno ripetuto come un mantra di voler attendere l’interrogatorio di garanzia prima di fare qualsiasi valutazione in merito alla posizione del governatore. Implacabile il pressing dell’opposizione che ritorna ad invocare le dimissioni del governatore Toti e un intervento del Governo per risolvere la situazione di stallo amministrativo determinata dalla vicenda giudiziaria. Questa mattina il deputato del Partito Democratico e papabile candidato del Pd (e del centrosinistra unito?) alla presidenza della regione in caso di elezioni anticipate, Andrea Orlando, ha ribadito la necessità di trovare una soluzione alla situazione di stallo in Liguria.

Inchiesta Genova, i legali di Toti: “Presto depositeremo richiesta revoca misura cautelare”

Sul tavolo, infatti, ci sono le possibili dimissioni di Toti, che attualmente è solo sospeso, soprattutto se i giudici della Procura di Genova titolari dell’inchiesta ed eventualmente il riesame dovessero rigettare la richiesta dei legali di attenuazione della misura cautelare nei suoi confronti. Richiesta che come ha fatto sapere stamane il legale del governatore, Stefano Savi, non è ancora stata depositata.

“La richiesta al giudice la faremo presto, ma non ho ancora deciso quando”

ha dichiarato il legale stamattina entrando in tribunale.

Toti ieri è stato ascoltato per quasi 9 ore dai pm. Una richiesta che aveva avanzato lui stesso, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere lo scorso 10 maggio nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip.

Nei prossimi giorni il governatore dovrà prendere una decisione in merito al suo futuro politico. Il pressing di chi chiede le sue dimissioni è molto forte e anche se fino ad oggi i partiti della maggioranza di governo si sono professati garantisti, è evidente che la situazione di stallo in cui versa la Regione Liguria dallo scoppio dello scandalo giudiziario non può protrarsi ancora per molto.

Dimissioni Toti, Orlando attacca: “Qual è l`alternativa? Dica la destra come vuole continuare e se può”

Anche perché l’opposizione e in questo caso specifico il PD, non perde giorno per ricordarlo a lui e alla maggioranza di Governo. Questa mattina l’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, dalle colonne del quotidiano “La Repubblica” si è rivolto direttamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendole di spiegare come intende procedere.

“A oltre due settimane dall`arresto di Toti, dica la destra come rendere compatibile l`amministrazione della Liguria, alle prese con una gigantesca mole di investimenti, con lo stallo che si è venuto a creare.”

Ha dichiarato Orlando che poi ha sottolineato come tocchi alla premier che

“ha sempre sventolato la bandiera dello sviluppo e della crescita, dell`attenzione alle imprese, della velocità nell`attuazione del Pnrr, ora tocca a lei a spiegare come tutto questo si possa fare in una regione sostanzialmente paralizzata”.

Orlando evidenzia anche che le elezioni anticipate rappresentano l’unica opzione possibile per uscire dall’impasse determinatasi in Liguria

“Qual è l`alternativa? Dica la destra come vuole continuare e se può”.

Il deputato del Partito Democratio sembra essere ad oggi in pole position per l’investitura a candidato governatore della Liguria in caso di elezioni anticipate in autunno anche se questa sarebbe “l’ultima delle questioni” assicura l’ex ministro poiché

“occorre costruire una coalizione che tenga conto della situazione e vada anche oltre gli schieramenti nazionali.”

E infatti, il Movimento 5 Stelle nei giorni scorsi ha lanciato segnali chiari ai democratici, facendo capire che non accetterà fughe in avanti in questo senso.