L’8 e il 9 giugno 2024, gli italiani saranno chiamati alle urne per le elezioni europee. Tuttavia, un significativo numero di elettori probabilmente non parteciperà. Analizzando i dati delle elezioni europee del 2019 e delle elezioni politiche del 2022, è possibile tracciare un profilo dettagliato degli elettori non votanti. È quanto si può leggere su European Data Journalism Network, che ha tracciato un profilo dell’elettore che preferisce l’astensionismo molto interessante, ponendo riflessioni anche sul non voto come bomba a orologeria. Quello che a tutti gli effetti è definito un partito vero e proprio, in realtà cela una domanda più profonda e complessa: l’attuale sistema democratico è ancora funzionante? E la politica può veramente festeggiare quando alle urne si reca poco più della metà degli aventi diritto al voto?
Astensionismo: chi sono i non votanti?
L’analisi dei dati demografici e socio-economici rivela che i territori con maggior astensionismo presentano alcune caratteristiche comuni:
- Minore incidenza di laureati;
- Tasso di disoccupazione più elevato;
- Maggiore presenza di lavoratori nel settore primario (agricoltura e attività estrattiva);
- Reddito medio inferiore;
- Indice di vecchiaia più marcato.
Questi fattori contribuiscono a creare un contesto dove il fenomeno dell’astensionismo trova terreno fertile.
L’astensionismo alle elezioni europee
Le elezioni europee registrano generalmente i tassi di affluenza alle urne più bassi tra tutti i tipi di elezioni. In Europa settentrionale, ad esempio, tutti i paesi hanno tassi di astensione superiori al 45%, mentre in Europa meridionale, più della metà dei paesi hanno un tasso di astensione inferiore al 45%. Complessivamente, nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea, oltre la metà dell’elettorato non partecipa alle elezioni per il Parlamento europeo.
Un dato significativo è la correlazione tra il salario medio di un paese e il tasso di astensione: nei paesi con salari medi più bassi, il tasso di astensione è generalmente più alto. Inoltre, l’astensione è maggiore nei paesi dove una significativa percentuale della popolazione è impiegata nel settore industriale.
L’astensionismo alle elezioni nazionali
Gli europei tendono a partecipare di più alle elezioni nazionali rispetto a quelle europee, ma nonostante ciò, oltre il 30% degli elettori ha scelto di non votare alle ultime elezioni per il capo del governo. Anche in questo contesto, l’affluenza alle urne è influenzata da vari fattori socio-economici. I paesi con livelli più elevati di disuguaglianza e con una percentuale maggiore della popolazione impiegata nei settori dell’agricoltura e della pesca tendono ad avere tassi di astensione più alti.
In contrasto, nei paesi con salari medi più elevati e una maggiore percentuale della popolazione impiegata nel settore dei servizi, l’affluenza alle urne è più alta. Un esempio significativo di questa tendenza si osserva nell’Europa orientale, dove il tasso di partecipazione elettorale è significativamente inferiore rispetto all’Europa centrale. Paesi come Romania, Bulgaria, Croazia e Lituania vedono più della metà del loro elettorato astenersi dalle elezioni per il capo del governo.
Il fenomeno alle elezioni locali
Le elezioni locali in Europa mostrano una varietà di tendenze simili a quelle osservate nelle elezioni nazionali e europee. La Francia, ad esempio, ha registrato il tasso di astensione più alto alle ultime elezioni locali, con sei cittadini su dieci che non hanno votato. Analogamente, oltre il 60% degli elettori in Repubblica Ceca e Lettonia non ha partecipato alle ultime elezioni locali.
Anche in questo caso, l’astensione è maggiore nei paesi con una più alta percentuale di popolazione impiegata nel settore industriale e più bassa nei paesi dove una maggiore percentuale di popolazione è impiegata nel settore dei servizi. Inoltre, paesi con stipendi medi più bassi tendono ad avere tassi di astensione più alti.
E in Italia?
In Italia, l’astensionismo è in crescita. Durante le elezioni europee del 2019, solo il 54,5% degli italiani ha votato, rispetto all’85,7% del 1979. Un trend simile si osserva nelle elezioni politiche del 2022, dove l’affluenza è stata del 63,9%, contro il 90,6% del 1979. Questo declino della partecipazione elettorale è particolarmente evidente nei Comuni italiani con la più bassa partecipazione elettorale.
Un recente report, realizzato da Il Sole 24 Ore in collaborazione con il digital magazine portoghese Divergente e il già citato European Data Journalism Network, ha analizzato i territori italiani con la più bassa partecipazione elettorale. L’analisi ha rivelato che nei Comuni di piccole dimensioni, soprattutto nel Meridione e nelle aree interne più svantaggiate come l’entroterra piemontese e ligure, solo tre elettori su cinque si sono recati alle urne.
Cosa succederà alle elezioni europee 2024?
Le tendenze attuali suggeriscono che l’astensionismo potrebbe essere un fattore significativo nelle elezioni europee del 2024. La partecipazione elettorale continua a essere influenzata da fattori demografici e socio-economici, con territori specifici che mostrano una propensione maggiore all’astensione.