Nel 2023 la testata IrpiMedia ha realizzato l’indagine “Come ti senti?”, un questionario che ha raccolto 558 risposte. Secondo quanto è emerso, l’87% dei partecipanti afferma di soffrire di stress, il 73% di ansia, il 68% sente un senso di inadeguatezza. Più del 40% denuncia la sindrome da burnout, attacchi di rabbia immotivati e dipendenza da internet e dai social network. Uno su tre parla esplicitamente di depressione.

Uno studio presenta un quadro allarmante sullo stato di salute dei giornalisti

Non ci crederete ma questa fotografia riguarda i giornalisti freelance e coloro che hanno contratti parasubordinati. Eppure si cita spesso un aforisma del famoso inviato del Corriere della Sera, Luigi Bazzini jr., morto nel 1984, che recitava: “Il mestiere del giornalista è difficile, carico di responsabilità, con orari lunghi, anche notturni e festivi, ma è sempre meglio che lavorare”. 

Secondo lo studio non è proprio così e tra i fattori che hanno un maggiore impatto ci sono l’instabilità e la precarietà, i compensi troppo bassi, il fatto di rimanere sempre connessi e reperibili, i ritmi frenetici, gli organici risicati che ti impegnano più di quanto vorresti. Una situazione che porta diversi professionisti a lasciare il giornalismo. Un peccato, perchè fare il giornalista è sempre meglio che lavorare. O no?

Stefano Bisi