Pensione anticipata con riscatto degli anni della laurea e della specializzazione: è possibile uscire prima dal lavoro, già dal 2024, rispetto alla vecchiaia grazie all’attuale normativa previdenziale che prevede la valorizzazione dei soli contributi versati. Per gli uomini gli anni di contributi richiesti per l’uscita anticipata ammontano a 42 anni e dieci mesi; per le donne, invece, si applica un anno di sconto. Pertanto, le lavoratrici vanno in pensione prima con 41 anni e dieci mesi.

L’uscita anticipata prescinde dall’età nella quale si vada in pensione. I requisiti contributivi di questa formula rimarranno invariati fino al 31 dicembre 2026, secondo quanto prevede il decreto 4 del 2019. Alla data di uscita occorre considerare i tre mesi di finestra mobile applicati alla pensione anticipata dei soli contributi. Pertanto, tra la maturazione dei requisiti contributivi richiesti e l’effettivo primo pagamento del trattamento di pensione da parte dell’Inps intercorrono 90 giorni.

Buona parte dei contributi versati possono essere recuperati grazie al riscatto degli anni di studio. E si può arrivare a valorizzare periodi universitari anche superiori a dieci anni. Ad esempio, i medici possono riscattare ampi periodi. Tanto è verso che chi abbia iniziato a lavorare nei primi anni ’90, ha la possibilità di andare in pensione in anticipo già a partire da quest’anno, il 2024.

Pensione anticipata riscatto 2024, come valorizzare la laurea e quanto conviene?

Si consideri un medico impiegato nel settore pubblico, di 63 anni di età, che abbia iniziato a lavorare nei primi mesi del 1993. Nel caso di riscatto degli anni di laurea e di specializzazione si possono recuperare oltre undici anni di contribuzione, a patto che non ci siano altri versamenti previdenziali nello stesso periodo di riscatto. Ad esempio, se il medico ha iniziato a lavorare nel mese di febbraio 1993, è probabile che il decennio precedente lo abbia speso tra la laurea e la specializzazione.

Per effetto della possibilità di riscattare gli anni di studio, in periodi interamente ricadenti prima del 1° gennaio 1996 del sistema contributivo puro, si può ipotizzare che tra laurea e specializzazione il medico possa valorizzare il periodo tra il mese di luglio 1981 e il mese di dicembre 1992. In tal modo, si potrebbe arrivare ad avere la possibilità di uscire dal lavoro nettamente prima che il requisito contributivo della pensione anticipata aumenti dal 1° gennaio 2027.

Pensioni anticipate, quanti contributi servono per uscire prima?

Nel caso specifico, considerando che per la pensione anticipata degli uomini occorrono 42 anni e dieci mesi, pari a 2.227 settimane, a prescindere dall’età anagrafica di uscita, si prevede che il lavoratore riesca a maturare il requisito già a partire dal 2024, includendo anche i tre mesi della finestra mobile.

Per le donne che si trovino nella stessa situazione, il requisito di pensionamento anticipato prevede il versamento di contributi previdenziali per 41 anni e dieci mesi, pari a 2.175 settimane. Anche in questo caso, una donna che abbia iniziato a fare il medico in una struttura sanitaria pubblica può puntare all’uscita anticipata già dal 2024 se ha iniziato a lavorare nei primi mesi del 1994. La valorizzazione dei periodi di studio all’università e la relativa specializzazione consente di ridurre il periodo di contribuzione pagando il riscatto.

Come verificare quanti contributi si hanno per la pensione?

Per poter verificare la propria posizione previdenziale e fare due calcoli su cosa convenga fare – sia per l’eventuale richiesta di pensione anticipata che per il riscatto dei periodi di studio universitari – si può fare domanda all’Inps dell’estratto conto certificativo Ecocert.

Si ricorda infine che, secondo quanto prevede la lettera c), del comma 40, dell’articolo 1, della legge 335 del 1995, le donne con figli possono ottenere un coefficiente di trasformazione più elevato di un anno o di due anni a seconda del numero di figli avuti. E, dunque, una pensione più alta. In applicazione della norma, quindi, le donne con uno o due figli possono vedersi applicare l’indice più elevato corrispondente a un anno superiore rispetto all’età effettiva di uscita, mentre con almeno tre figli il coefficiente da applicare è quello relativo a due anni superiori rispetto all’età di pensionamento.