Continua la caccia da parte delle autorità russe dei complici e degli attentatori che lo scorso 22 marzo 2024 attaccarono il Crocus City Hall di Mosca uccidendo 145 persone. Il capo dei servizi segreti russi (FSB) ha annunciato in una conferenza stampa di aver arrestato 20 persone collegate all’attentato: sarebbero state pagate dai servizi segreti ucraini per compiere l’attacco alla sala concerti.
In Russia comunque resta alta la tensione per eventuali altri attentati, anche se le autorità cercano di tranquillizzare la popolazione.
Attentato al Crocus City Hall, l’FSB arresta 20 persone: “Pagate dall’Ucraina”
Più di 20 persone, tra cui autori e complici, sono state arrestate in relazione all’attacco terroristico al Crocus vicino a Mosca avvenuto lo scorso fine marzo: è quanto riferito da Alexander Bortnikov dell’FSB (i servizi segreti russi).
Come ha affermato in una conferenza stampa dallo stesso Bortnikov, i colleghi del Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan ed Uzbekistan hanno collaborato agli arresti e alla ricerca dei sospettati. Ciò ha permesso, secondo le parole del capo dell’FSB, di evitare che in Russia ci fossero altri attentati che sfruttassero le differenze etniche e religiose presenti nella popolazione:
Stiamo attualmente individuando l’intera cerchia delle persone coinvolte nel crimine, più di 20 persone sono già state arrestate, compresi gli autori diretti e i complici. È stato stabilito che le azioni preparatorie, il finanziamento, l’attacco e il ritiro dei terroristi sono stati coordinati via Internet dai membri del gruppo Vilayat Khorasan situato nella zona afghano-pakistana. Due dei quattro partecipanti all’attacco sono arrivati in Russia dalla Turchia poco prima dell’attacco terroristico.
Il capo del Servizio federale di sicurezza russo ha attirato l’attenzione sul fatto che le azioni dei terroristi sono state coordinate appunto da membri del gruppo Vilayat Khorasan (un’organizzazione terroristica vietata nella Federazione Russa).
La prova che gli attentatori del Crocus sarebbero legati all’Ucraina starebbe, per Bortnikov, nel fatto che dopo l’attacco avrebbero ricevuto “chiari ordini” di spostarsi verso il confine ucraino, dove avrebbero potuto far perdere le loro tracce e ricevere il pagamento dovuto.
Le vittime dell’attentato sono 145
Ciò che successe lo scorso 22 marzo a Mosca aveva allarmato non soltanto gli abitanti della Russia, ma anche coloro che temevano che l’attentato al Crocus City Hall potesse esser usato da Putin come pretesto per aumentare ulteriormente la violenza degli attacchi russi contro l’Ucraina.
Nonostante gli avvertimenti dell’intelligence statunitense qualche giorno prima dell’attacco e le affermazioni del presidente bielorusso Lukashenko che i presunti attentatori non fossero diretti in Ucraina ma in Bielorussia, la convinzione dell’opinione pubblica russa è che le 20 persone adesso arrestate siano in qualche modo legate ai servizi segreti ucraini.
Nell’attentato del 22 marzo sono morte 145 persone, con oltre 200 feriti. Bortnikov ha voluto comunque rassicurare i cittadini russi che le forze dell’ordine in Russia resteranno vigili:
Voglio assicurare che tutte le circostanze del crimine saranno accertate e che tutte le persone coinvolte non sfuggiranno alla punizione.