La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che vieta alla Federal Reserve di emettere una CBDC (Central Bank Digital Currency) a stelle e strisce. Stavolta, però, non si è ripetuto quanto accaduto il giorno, quando un gran numero di democratici si era unito alla maggioranza repubblicana per approvare il disegno di legge FIT21.

I democratici, infatti, nel corso del dibattito che ha preceduto il voto, hanno bollato come eccessive le preoccupazioni dei loro colleghi repubblicani sul fatto che questa criptovaluta gestita dalla banca centrale degli Stati Uniti possa tramutarsi in uno strumento di controllo. Aggiungendo che un divieto di questo genere andrebbe in pratica a bloccare l’innovazione e la ricerca nel settore pubblico.

CBDC: cosa afferma il progetto di legge approvato dalla Camera dei Rappresentanti?

Il CBDC Anti-Surveillance State Act è stato introdotto da Tom Emmer, un deputato repubblicano del Minnesota. Il proposito che muove il provvedimento è quello di impedire alla banca centrale statunitense di continuare gli sforzi verso lo sviluppo di un dollaro digitale. I repubblicani hanno appoggiato il disegno di legge esprimendo la loro preoccupazione per il fatto che uno strumento di questo genere possa essere utilizzato al fine di stabilire un controllo pressoché totalitario sui cittadini statunitensi.

Una preoccupazione che è stata rigettata però dai democratici. Ne è quindi conseguito un risultato molto diverso dalla votazione che aveva permesso l’approvazione del Financial Innovation and Technology for 21st Century. Stavolta, infatti, sono stati soltanto tre i deputati democratici che hanno unito il proprio voto ai 213 repubblicani. Mentre sono 193 quelli che hanno deciso di votare contro.

Occorre sottolineare che questo provvedimento rappresenta la testimonianza della contrarietà espressa da gran parte dei repubblicani verso un dollaro digitale. La CBDC viene infatti vista come un vero e proprio attentato alla libertà dei cittadini. Tanto da spingere Donald Trump ad affermare la sua totale contrarietà a progetti di questo genere. Contrarietà che, in caso di vittoria nelle prossime presidenziali si tramuterà in un veto presidenziale.

La votazione di oggi sembra comunque aver immediatamente spezzato il clima di concordia che aveva condotto all’approvazione bipartisan del FIT21. Anche se il fatto di averlo raggiunto almeno per una volta, in Parlamento, ha spinto le aziende blockchain a salutare l’evento come l’avvio di una nuova era per le criptovalute. Una nuova era che potrebbe consolidarsi in caso di defenestramento di quel Joe Biden il quale continua a mostrare avversione per gli asset digitali.

Il dollaro digitale è un progetto che non è mai riuscito a decollare

Di dollaro digitale si parla ormai da qualche anno. Ovvero da quando è stato proposto un progetto scaturito dalla collaborazione tra Accenture e Digital Dollar Foundation, teso ad esplorare la fattibilità nell’immediato futuro di una CBDC a stelle e strisce. Tra coloro che hanno cercato di portarlo nell’agenda politica spicca la figura di Chris Giancarlo, ex commissario della CFTC.

A muovere questo piano è stata soprattutto la preoccupazione per il lancio dello yuan digitale da parte della Cina. Un progetto il quale, almeno sino a qualche tempo fa, sembrava potesse mettere in pericolo il potere imperiale del dollaro.

Nel corso degli ultimi mesi, però, si è iniziato a parlare di una criptovaluta dei BRICS, cui sarebbe affidato il compito di ridurre drasticamente la presenza del biglietto verde nel commercio internazionale. Un progetto che ha spinto il governo di Pechino a ridimensionare la portata della sua CBDC.

In conseguenza di ciò, anche il Digital Dollar Project è entrato in un cono d’ombra. Senza le preoccupazioni geopolitiche che avevano distinto la discussione in precedenza, l’opinione pubblica statunitense ha iniziato a osteggiare con sempre maggior virulenza l’ipotesi di una CBDC, spingendo i repubblicani a cavalcare anche questo tema.