Si è tenuta in tribunale a Roma la nuova udienza del processo d’Appello che vede imputati l’ex maresciallo dei carabinieri di Arce Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco e altri due membri dell’Arma, Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, per l’omicidio della 18enne ciociara Serena Mollicone, trovata morta il 3 giugno del 2001 in località Fontecupa, ad Isola Liri (Frosinone). Dopo la deposizione di Carmine Belli e di Pierpaolo Tommaselli, oggi è stato ascoltato in aula un amico dell’ex brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nell’aprile del 2008 dopo aver rilasciato importanti dichiarazioni sul caso.
Prosegue il processo per l’omicidio di Serena Mollicone: oggi in aula è stato ascoltato un amico dell’ex brigadiere Santino Tuzi
“Santino Tuzi mi disse che aveva visto Serena Mollicone entrare in caserma e non l’aveva più vista uscire”, ha dichiarato oggi in aula Marco Malnati, amico di lunga data dell’ex brigadiere Santino Tuzi. E ha aggiunto: “Era in un bar dove andavamo. Prima non ne avevo parlato per paura, ma adesso se mi devono ammazzare lo facessero pure”.
A riportarlo è Tgla7, secondo cui l’episodio a cui il teste si riferisce sarebbe datato “tra il 2007 e il 2008“. Si tratta di un elemento importantissimo: nell’aprile del 2008 Tuzi, infatti, morì suicida dopo aver raccontato a coloro che indagavano sulla morte di Serena Mollicone la stessa cosa, cioè di aver visto la giovane entrare nella caserma di Arce – di cui Franco Mottola era a capo – attorno alle 11 e di non averla vista uscire almeno fino alle 14.30 (orario in cui staccò dal lavoro).
L’ipotesi dell’accusa – che per gli imputati aveva chiesto il massimo delle pene – è che la 18enne, scomparsa nel nulla il 1 giugno del 2001 e trovata morta due giorni dopo in località Fontecupa, sia morta, appunto, all’interno della foresteria della caserma. Come? Andando a sbattere contro lo spigolo di una porta dopo essere stata spinta da Marco Mottola, che si sarebbe poi disfatto del suo corpo con l’aiuto dei genitori (e dei colleghi del padre, Suprano e Quatrale, che è anche accusato di aver istigato Tuzi al suicidio).
Le altre testimonianze
Si pensa che Serena volesse denunciare Mottola, che conosceva fin da bambina, per i presunti brutti giri di droga di cui quest’ultimo avrebbe fatto parte. Nel corso dell’ultima udienza, il 16 maggio, Carmine Belli, tra i primi sospettati di aver ucciso la giovane (assolto in tutti e tre i gradi di giudizio dopo aver scontato 17 mesi di carcere) ha raccontato di aver visto litigare i due vicino ad una fermata del bus il giorno della scomparsa di Serena.
Secondo l’ex collega Pierpaolo Tommaselli, si trattava, in realtà, del giorno prima, il 31 maggio. Alla sua versione hanno creduto i giudici di primo grado, che nel luglio del 2022 hanno assolto tutti gli imputati per “insufficienza di prove“. Se quelli d’Appello decideranno di fare lo stesso oppure di condannarli si saprà a breve. I familiari della 18enne e quelli di Tuzi sperano, ovviamente, che sui casi sia fatta finalmente piena luce.
“Accettiamo la sentenza, quello che i giudici hanno deciso, però siamo delusi. Gli imputati sono stati assolti per ‘insufficienze di prove’, ma le prove c’erano. Voglio ricordare che Carmine Belli è stato incarcerato (all’epoca dei fatti, ndr) per prove molto più frivole”, aveva dichiarato ai microfoni di Radio Cusano Campus la figlia dell’ex brigadiere, Maria Tuzi, dopo la lettura della sentenza di due anni fa, anticipando che non si sarebbe arresa.