Un nuovo caso di contagio da virus aviario ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità di trasmissione uomo-animale. L’episodio, che riguarda una persona infettatasi dopo essere stata a contatto con una mucca, si aggiunge a un precedente caso verificatosi negli Stati Uniti ad aprile.

Questo nuovo sviluppo desta particolare attenzione perché evidenzia la capacità del virus di adattarsi e diffondersi tra diverse specie, aumentando il rischio di contagi per l’uomo. Gli esperti invitano alla cautela e a un rafforzamento delle misure di biosicurezza per prevenire ulteriori contagi.

Seconda persona contagiata dall’aviaria dopo il contatto con una mucca, cos’è successo

L’influenza aviaria si sta diffondendo tra le mucche da latte negli Stati Uniti. Ad aprile, le autorità statunitensi hanno riportato il primo caso di trasmissione all’uomo. Ora, un’altra persona è stata contagiata.

Negli USA, un’altra persona è risultata positiva all’influenza aviaria dopo aver avuto contatti con le mucche. Questo rappresenta il secondo caso di infezione umana legato all’attuale epidemia tra le mucche da latte in vari stati, come annunciato dal CDC. L’individuo contagiato è un dipendente di un’azienda lattiero-casearia nello stato del Michigan, dove il virus è stato identificato nelle mucche.

La persona contagiata presentava sintomi oculari simili alla congiuntivite e un tampone oculare ha confermato la positività al virus, ha riferito l’autorità sanitaria. Nonostante questa nuova infezione, il rischio di contrarre l’influenza aviaria per gli esseri umani negli USA rimane considerato basso.

Il virus H5N1 è stato rilevato per la prima volta alla fine di marzo negli USA nelle mucche da latte. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, le mucche sarebbero state infettate da uccelli selvatici.

Questa è la più grande ondata di influenza aviaria

L’influenza aviaria, similmente all’influenza umana, è causata dal virus dell’influenza A, ma da diversi sottotipi.

Attualmente, la più grande epidemia di influenza aviaria mai documentata si sta diffondendo in quasi tutto il mondo, colpendo anche l’Europa. Questo agente patogeno colpisce principalmente gli uccelli, ma è stato rilevato anche in molti mammiferi, tra cui gatti, orsi e foche.

Le infezioni umane sono piuttosto rare. Secondo il CDC, i sintomi possono variare da infezioni oculari o respiratorie a malattie gravi come la polmonite. Gli esperti sanitari avvertono del rischio che il virus si adatti all’uomo, permettendo una trasmissione da persona a persona, anche se al momento è molto basso.

Quali sono i sintomi dell’influenza aviaria

I primi sintomi dell’influenza aviaria compaiono solitamente tra due e cinque giorni dopo l’infezione. La malattia inizia di solito con febbre, seguita da tosse e difficoltà respiratorie, che possono arrivare a causare respiro corto.

Possono manifestarsi anche diarrea e vomito. Con il progredire dell’infezione, spesso si sviluppa la polmonite, che può portare a insufficienza polmonare e morte. I sintomi tipici dell’influenza stagionale, come naso che cola, mal di gola, mal di testa e dolori muscolari, non si verificano regolarmente.

Il serbatoio naturale del virus sono gli uccelli acquatici. I virus dell’influenza A circolano anche tra esseri umani e altri animali, tra cui pollame, maiali e cavalli.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dal 2003 ci sono stati più di 800 casi di malattia causati dal virus dell’influenza aviaria A(H5N1) ad alta patogenicità. Finora, le infezioni da virus influenzali A ad alta patogenicità si sono verificate soprattutto in diversi paesi asiatici (come Indonesia, Vietnam, Cambogia e Cina) e in Egitto.

Nel 2013 sono state rilevate per la prima volta infezioni umane da influenza aviaria A(H7N9). Fino al 2017, questo sottotipo ha causato numerosi casi di malattia e decessi in diverse ondate di infezione, soprattutto in Cina. Dall’introduzione di un programma di vaccinazione contro il virus A(H7N9) nel pollame in Cina, i casi di infezione umana sono diventati sporadici.

Come prevenire l’aviaria

Le misure preventive generali più importanti sono:

  • Evitare di visitare mercati e allevamenti di pollame nelle aree colpite.
  • Evitare il contatto con pollame domestico e uccelli selvatici.
  • Consumare solo cibi sufficientemente cotti.

In generale, si raccomanda una scrupolosa igiene delle mani come misura precauzionale.

La diffusione delle malattie infettive respiratorie può essere ridotta proteggendo bocca e naso e mantenendo una buona igiene quando si starnutisce o si tossisce.