Chi è Giuseppe Allamano? Si tratta del beato fondatore dell’Istituto delle Missione della Consolata che verrà proclamato santo.

Durante l’Udienza concessa oggi, giovedì 23 maggio, al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha infatti autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti i miracoli attribuiti all’intercessione del Beato.

Il miracolo legato alla canonizzazione di Allamano riguarda la guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di Sorino Yanomami, indigeno della foresta amazzonica, che fu aggredito da un giaguaro che gli fratturò la scatola cranica. 

Chi è Giuseppe Allamano: la sua storia

Giuseppe nasce a Castelnuovo d’Asti il 21 gennaio 1851 in una famiglia di agricoltori, all’età di tre anni perde il padre, rimanendo solo con la madre.

Studia a Valdocco nell’oratorio di san Giovanni Bosco. Tutta la famiglia è inoltre molto devota a san Giuseppe Cafasso, fratello della madre profondamente cristiana.

Allamano viene ordinato sacerdote diocesano di Torino nel 1873 e nel 1877 prende la laurea in teologia presso la Pontificia facoltà teologica di Torino. Dopo pochi anni, nel 1880, viene nominato rettore del Santuario della Consolata. Con lui come rettore il santuario, fatiscente e decaduto spiritualmente riprende vita. 

Nel 1898 redige il primo bollettino del Santuario, un’iniziativa all’avanguardia considerata l’epoca.

Il 29 gennaio 1901 crea l’Istituto missioni Consolata che l’anno successivo vedrà la partenza per il Kenya dei primi quattro missionari, due sacerdoti e due coadiutori.

Pochi anni dopo, si rivolse direttamente a Papa Pio X per sensibilizzare il clero ma anche i fedeli sull’attività delle missioni. Per questo chiese al pontefice l’istituzione di una giornata dedicata ad essa.

La risposta a questa sua richiesta arriva però solo dopo la sua morte, con la nascita della Giornata Missionaria Mondiale, celebrata solitamente la terza domenica di ottobre.

La causa della sua morte

Il sacerdote morì il 16 febbraio 1926 a Torino, presso il Santuario dell’Istituto Missionari Consolata di Corso Ferrucci.

Già l’anno precedente alla sua scomparsa la salute di Allamano era molto precaria, gli ultimi mesi furono purtroppo carichi di sofferenza sia a causa del crollo fisico, sia per l’isolamento e l’impossibilità di seguire la formazione dei suoi missionari.

Le ultime parole del sacerdote prima della sua morte furono: “Amen” e “Ave Maria”, indicando così l’aspirazione di tutta la sua vita, ovvero cercare “Dio solo e la sua santa volontà”.

Due giorni dopo il suo decesso, il 18 febbraio fu sepolto nel Cimitero monumentale di Torino, con solenne funerale.

L’11 ottobre del1938 la sua salma venne spostata nella Casa madre, chiamata anche “Casa del fondatore”, ovvero nella parte destra della Cappella dell’Istituto di Torino. Qui ancora oggi il sacerdote, presto santo riposa in un sarcofago di pietra d’Istria, scolpito per l’occasione da Giordano Pavesi.

La beatificazione di Allamano arrivò da Papa Giovanni Paolo II il 7 ottobre del 1990. Per l’occasione, quello stesso giorno venne fissata anche la sua festa prevista per il 16 Febbraio, giorno del suo ritorno alla Casa del Padre.

Le frasi più celebri di Giuseppe Allamano

Per comprendere la profonda spiritualità missionaria e cristiana di Giuseppe Allamano sono preziose le sue frasi. Eccone alcune:

“I santi sono tali non perchè hanno fatto miracoli, ma perchè hanno fatto bene tutte le cose. Non cose straordinarie, ma straordinari nell’ordinario. Facciamoci santi senza strepiti. Non è fare tante cose che importa, ma farle bene! Dio è tanto nelle cose grandi come nelle piccole. Accontentiamoci di farci santi nella via ordinaria.”

“Non dimenticate mai che la conversione dei cuori è opera della divina grazia, e solo chi ne è ripieno, opererà prodigi di conversione.”

“In certe ore di malinconia ricorrere a Gesù sacramentato per conforto, o meglio, per essere forte nelle prove di Dio.”

“Bisogna perdonare tante piccolezze che, volere o no, possono accadere. Non giunga mai la sera senza che tutto sia accomodato.”

“Il bene fa poco rumore: il molto rumore fa poco bene. Il bene va fatto bene e senza rumore.”

“Non dobbiamo semplicemente fare il bene: dobbiamo farlo con diligenza e nel miglior modo possibile. La pazienza va seminata dappertutto.”