È di Gian Piero Gasperini la vittoria più bella, artefice di una rivoluzione di gioco che ha cambiato il calcio e che ha portato l’Atalanta nell’Olimpo: al suo ottavo anno è riuscito a trionfare e a conquistare il primo trofeo della sua carriera diventando il secondo allenatore italiano a vincere l’Europa League.

La rivoluzione di gioco di Gasperini all’Atalanta

Se l’Atalanta è sul tetto d’Europa è principalmente merito del lavoro di Gasperini e della rivoluzione di gioco che ha portato ai nerazzurri raggiungendo un traguardo che iscrive la società bergamasca nella storia del calcio.

Un lavoro iniziato 8 anni prima quando il tecnico si è seduto sulla panchina bergamasca e ha iniziato un ciclo che si è rivelato vincente: il 14 giugno 2016 Gasperini firmò per l’Atalanta e da allora i due non si sono mai più separati.

Nelle tante stagioni vissute a Bergamo l’allenatore è riuscito a trasformare completamente la mentalità della Dea: con l’aiuto dei Percassi ha plasmato pian piano una squadra inculcando la sua filosofia di gioco fatta di costruzione dal basso, pressing altissimo e di marcatura a uomo.

Un risultato talmente evidente e influente che molti altri allenatori a posteriori hanno preso spunto da lui. Lo stesso giornalista Fabio Caressa ha esaltato nel post partita della finale di Europa League quanto appena detto:

Dopo Pep Guardiola è Gian Piero Gasperini ad aver cambiato il calcio in Europa. Il calcio totale olandese adattato a quello moderno: è stato l’allenatore più copiato degli ultimi anni”.

Tanti i record battuti dal tecnico nerazzurro

La vittoria contro il Bayer Leverkusen certifica la maturità definitiva non soltanto della squadra nerazzurra ma soprattuto del tecnico piemontese, capace di riuscire a vincere la coppa al suo debutto in una finale e di essere soltanto il secondo allenatore italiano – dopo Maurizio Sarri – ad alzare quella coppa.

Un percorso tutt’altro che facile e lineare fatto di cadute e fallimenti ma che gli ha regalato una consapevolezza diversa dovuta proprio all’esperienza collezionata negli anni vissuti con l’Atalanta: una realtà perfettamente calzante.

Tante le stagioni in cui i nerazzurri hanno sfiorato un trofeo ma che non sono mai riusciti a raggiungere fino ad oggi: partendo dalle 3 finali di Coppa Italia, passando per la qualificazione storica in Champions League che ha portato anche a soddisfazioni inimmaginabili come i quarti di finale con il Psg, fino ad arrivare alla vittoria in finale di Europa League contro il Bayer Leverkusen.

Un traguardo che ha il doppio sapore della vittoria visto che i nerazzurri non soltanto hanno vinto per la prima volta il trofeo europeo ma lo hanno fatto battendo una squadra che sembrava invincibile sulla carta.

I tedeschi, infatti, veniva da un trend di 51 risultati utili consecutivi e da un record di imbattibilità che li aveva incoronati: così Xabi Alonso puntava al mini treble dopo aver conquistato già la Bundesliga per la prima volta nella storia del club e avvicinandosi alla DFB-Pokal.

Un 3-0 netto che spazza via qualsiasi dubbio regalato da un Lookman in forma smagliante capace di sbaragliare la difesa avversaria in meno di mezz’ora. Anche contro i tedeschi Gasp ha proposto un pressing alto e un’aggressione fin dai primi minuti di gioco demoralizzando lo stato d’animo degli avversari.

Mordente che ha ripagato e che ha deconcentrato la squadra di Xabi Alonso incapace di reagire all’ondata di potenza dei nerazzurri: unico momento in cui il Leverkusen è riuscito a proporre gioco è stato nel finale del primo tempo in un crescendo spezzato dall’intervallo e mai più ripreso.

Nel secondo tempo, infatti, è arrivato il tris proprio del nigeriano che si è rivelato ago della bilancia e vero e proprio protagonista del match: capace di non dare mai riferimenti agli avversari e portandosi il pallone a casa al termine dei 90 minuti di gioco.