“Alberto Sordi Secret” è la prima occasione per conoscere l’infanzia e l’adolescenza del celebre attore. “Mi fermo all’Alberto Sordi diciottenne, comincio dai quattro anni”, ha fatto sapere il regista e sceneggiatore Igor Righetti, in un’intervista rilasciata in esclusiva a TAG24. Poche altre volte, prima d’ora, se n’è parlato: né nel fortunato libro “Alberto Sordi Segreto”, Rubettino, né in altre circostanze. Il Marchese del Grillo, anche conosciuto come un uomo riservato e con una storia famigliare, e personale, difficile, è stato più forte dalle difficoltà che ha attraversato.
“Alberto Sordi Secret” di Igor Righetti: che rapporto aveva, Alberto, col padre Pietro Sordi?
“Alberto partiva da zero, anzi partiva da sotto zero – ha detto Igor Righetti – è riuscito col sacrificio, la passione, la determinazione. In ‘Alberto Sordi Secret’ racconto il vero rapporto col padre, Pietro Sordi: musicista di basso tuba, vedrete una scena, con un dialogo tra i due, molto forte. E’ un momento dove il padre è molto arrabbiato, emerge il rapporto conflittuale tra i due. Il papà aveva paura che Alberto finisse per strada, mentre la madre gli correggeva i congiuntivi, e il dialetto. Correggeva il romanesco. E gli diceva dove pensi di arrivare con questo tuo modo di parlare?!”
Al cinema dal 28 giugno. L’opera è internazionale, tradotta in inglese e spagnolo, e orgogliosamente indipendente
Concluse con soddisfazione le riprese di “Alberto Sordi Secret”, a Fabriano, il 21 maggio, si passa al lavoro di post produzione. Il docufilm suddiviso in due parti: una parte documentaristica e una parte filmica, è un lavoro di simbiosi tra i due generi. “Girato al Colosseo; ad Ostia Antica, nel borgo, meraviglioso, davanti al Parco Archeologico; a San Marino, che è partner del docufilm, orgogliosamente indipendente. Non abbiamo chiesto, volutamente, un centesimo di finanziamento pubblico – ha raccontato il giornalista e conduttore RAI – abbiamo voluto lavorare in totale libertà: io e il produttore, Massimiliano Filippini abbiamo preferito lavorare grazie a investitori privati. E vogliamo dire che si può fare, senza inginocchiarsi! Sento molta gente che si lamenta, ma per farcela bisogna avere contatti e idee diverse. Spesso le idee sono tutte uguali. Se invece proponi un’idea nuova, che possa spaziare in tutto il mondo, puoi farcela.”
Alberto Sordi più amato all’estero che in Italia
Ha recitato in 160 film, è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia italiana nel mondo, anche per questo l’opera è realizzata in inglese e spagnolo, è stata già richiesta a Cannes, e in America al Sundance. “Ho realizzato una mostra a Buenos Aires c’era una fila incredibile – ha sottolineato Igor – direi che è più amato all’estero che da noi. In Brasile alcuni visitatori si sono messi a piangere, si sono inginocchiati, è tutta gente che è fuggita alla ricerca di una situazione economica migliore, ma che mantiene un legame affettivo forte con noi.”
Italia Paese ipocrita, che Alberto conosceva bene: se fosse tra noi, oggi, avrebbe avuto problemi con la politica?
“Avrebbe avuto problemi col politically correct. La famosa frase “Io sono io…” non la mandano più, la tagliano. Tagliano la prima scena, pensa che Paese ipocrita è diventato il nostro! Alberto Sordi è stato un attore che denunciava il malcostume, la corruzione, ma non è cambiato nulla. Proprio per questo rimano un nome iconico del cinema, quantomai attuale – ha aggiunto Igor Righetti – durante gli ultimi anni della sua vita diceva che non riconosceva più l’Italia e che Roma l’avevano massacrata. Parliamo del 2003. Chissà oggi cosa direbbe, visto che non è migliorata! Forse avrebbe appeso la telecamera al chiodo.”
Da chi è interpretato il ruolo principale?
“Ho voluto tre Alberto Sordi: Daniel Panzironi interpreta Alberto all’età di 17 anni, di ritorno da Milano. Poi ci sono due bambini: uno di 12 anni Flavio Raggi, e uno di 4 anni e mezzo, che fa la scena dell’incidente. Quando Alberto fu investito, poi c’è Emily Shaqiri e Lorenzo Castelluccio.”
Incontri e luoghi suggestivi
Tra gli altri luoghi suggestivi vedrete Fabriano. “Vi porteremo nella vera villa del Marchese del Grillo che oggi è un meraviglioso relais, che Alberto frequentava col suo amico compositore Piccioni. Pensa ho intervistato la chef, che è ancora viva è lì, è la signora che cucina – ha affermato Righetti – mentre nella parte documentaristica c’è Pupi Avati, Patrizia De Blanc, Tiziana Appetito, ci sono i provini, le foto del Marchese del Grillo con Mario Monicelli, è una parte interessantissima e inedita che si fonde con quella narrativa, filmica. A questi si aggiungono gli incontri che Alberto faceva: racconto l’incontro con due clochard, e vari altri.”
Primo esperimento da regista, com’è andata?
“Ho fatto l’attore in venticinque fiction, tra cui Io e mio figlio con Lando Buzzanca, e altre pellicole. Dopo tanti anni di conduzione televisiva, e radiofonica, volevo mettermi dall’altra parte. E’ un esperimento che mi è piaciuto molto, ho lavorato con grandi professionisti, dirigere attori di spessore è una bella gratificazione. I racconti li ho scritti, sceneggiati io, e dati in pasto a Fioretta Mari, che fa la nonna; Maurizio Mattioli, che fa il nonno e altri vari attori come Enzo Salvi, che fa lo zio. Emanuela Aureli, invece, interpreta il ruolo della zia Ginevra, quella dei manicaretti di Valmontone. Vedrete ricordi che ho vissuto, quando andavo a cena con mio nonno e mio padre, ero ragazzo – si è congedato il cugino dell’attore – ricordo che nonno si prese in carico tutta la famiglia Sordi. Alberto ha perso il padre all’età di 20 anni, e in famiglia non lavorava nessuno.”